Haniyah: mano libera alla resistenza per liberare i detenuti

Gaza-InfoPal. “L’occupazione israeliana non può godere della stabilità, finché i prigionieri palestinesi nelle sue carceri non saranno liberi”, lo ha affermato il primo ministro palestinese di Gaza, Ismail Haniyah.

Nel corso di una seduta straordinaria del Consiglio legislativo, tenuta mercoledì 17 aprile, in occasione della Giornata dei prigionieri palestinesi, Haniyah ha affermato che “la questione dei prigionieri è uno dei temi principali nel conflitto con l’occupazione israeliana”. Ha aggiunto: “Quella dei prigionieri è una questione centrale, più grande di tutte le trattative e i compromessi che in più di vent’anni non hanno portato alcun beneficio per i detenuti”.

Haniyah ha avvertito la necessità di “dare mano libera” alla resistenza in Cisgiordania e all’interno dei territori palestinesi del ’48, invitando a disegnare una strategia nazionale per la liberazione dei prigionieri e la soluzione della loro questione. Egli ha spiegato che “la questione dei detenuti non viene discussa solamente nella Giornata dei prigionieri, essa, invece, è presente tutti i giorni attraverso i vari impegni presi”.

Il premier palestinese ha considerato quella dei prigionieri “la più grande causa umanitaria del mondo, se confrontata con le altre catastrofi umanitarie”. Quello dei detenuti, aggiunge, “è il problema centrale del popolo palestinese, e non verrà mai considerato secondario o stagionale”.

Ha quindi sottolineato la necessità che “la questione sia proposta su tutti i livelli, all’interno come all’estero, in quanto i prigionieri rappresentano la dignità del popolo e della nazione”.

Haniyah ha affermato che “la cattura del caporale Shalit, trattenuto per cinque anni dalla resistenza palestinese, le Brigate Izz al-Din al-Qassam in testa, e il completamento dell’accordo di scambio, ne è la prova che la questione dei detenuti palestinesi è sempre aperta, ed occupa un posto centrale nel conflitto con l’occupazione”.

Il premier di Gaza ha dichiarato: “La pace umiliante non può portare alla liberazione dei prigionieri, lo dimostra la storia della lotta”. Ha considerato la Giornata dei detenuti palestinesi “un’occasione per sostenerli e alleviare le loro sofferenze”. Oltre a rappresentare “un momento opportuno per unire gli sforzi atti a liberarli, rinnovare le promesse e agire in un quadro condiviso da tutti i palestinesi”.

Circa cinque mila prigionieri palestinesi sono rinchiusi nelle carceri israeliane, 450 dei quali provengono dalla Striscia di Gaza. Si tratta per lo più di prigionieri di guerra e veterani con alte condanne.

Le statistiche indicano che oltre l’80 per cento dei detenuti sono stati sottoposti a torture, per mano dei soldati israeliani, durante gli interrogatori.

Dal canto suo, Muhammed Shihab, presidente della Commissione sui detenuti nel Consiglio legislativo palestinese, ha dichiarato: “Negli ultimi tre mesi abbiamo assistito ad un notevole aumento dei casi di detenzione amministrativa, il cui numero ha raggiunto i 1070”.

Ha anche sottolineato la situazione, sempre più difficile, dei prigionieri nelle carceri israeliane, spiegando che ai 470 provenienti dalla Striscia di Gaza, l’occupazione impedisce le visite delle famiglie e rifiuta di consegnare loro elementi di prima necessità.

Il 17 aprile di ogni anno il popolo palestinese celebra la Giornata dei prigionieri palestinesi, per commemorare il giorno in cui, nel 1974, la resistenza palestinese è riuscita a liberare Mahmoud Bakr Hijazi, nella prima operazione di scambio di prigionieri conclusa con l’occupazione israeliana.