HRW: UE vieti il commercio con insediamenti illegali

HRW. Il commercio con gli insediamenti nei Territori Occupati contribuisce alle violazioni dei diritti umani e deve essere vietato, come parte di un’iniziativa dei cittadini europei (ECI).

“Il trasferimento della popolazione civile di una potenza occupante in un territorio occupato militarmente viola la Quarta Convenzione di Ginevra e, secondo lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, è un crimine di guerra”, ha affermato martedì HRW in una nota.

Il commercio delle merci prodotte in quelle zone, ha proseguito il gruppo, “contribuisce a sostenere queste violazioni del diritto umanitario internazionale” e “rafforza le violazioni dei diritti umani che spesso derivano dagli insediamenti”.

Tali abusi includono la confisca della terra, lo sfruttamento delle risorse naturali, lo sfollamento e la discriminazione nei confronti della popolazione locale.

L’ECI, che è stata registrata presso la Commissione europea nel settembre 2021 e lanciata il 20 febbraio 2022, richiede una legislazione per limitare l’accesso al mercato dell’UE di articoli provenienti da insediamenti illegali, nonché per limitare le esportazioni dell’UE verso gli insediamenti.

Ha già ricevuto il sostegno di oltre 100 organizzazioni della società civile, movimenti di base, sindacati e politici.

Il testo necessita di almeno un milione di firme, con sede in almeno sette diversi paesi europei, per passare alla fase successiva durante la quale gli organizzatori sarebbero invitati a incontrare i rappresentanti europei.

La petizione chiede agli Stati europei e ai parlamentari di adottare leggi che vietino l’importazione di prodotti realizzati negli insediamenti israeliani illegali e l’esportazione di prodotti dell’UE in quella regione.

Tra gli insediamenti a cui HRW si rivolge vi sono quelli sfruttati dai coloni israeliani nei Territori Palestinesi Occupati.

“Gli insediamenti derubano illegalmente le popolazioni locali delle loro terre, delle risorse e dei mezzi di sussistenza”, ha affermato Bruno Stagno, Chief Advocacy Officer di Human Rights Watch. “Nessun Paese dovrebbe consentire il commercio di beni prodotti a seguito di furto di terra, sfollamento e discriminazione”.