Il Global South converge nella Mosca multipolare

Telegra.ph/. Di di Pepe Escobar. Sono stati giorni frenetici per il multipolarismo nella capitale del mondo multipolare. Ho avuto l’onore di dire personalmente al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov che praticamente tutto il Sud Globale sembrava essere rappresentato in un auditorium del Polo di innovazione Lomonosov il lunedì pomeriggio, una sorta di ONU informale e per molti aspetti molto più efficace quando si tratta di rispettare la Carta delle Nazioni Unite. Gli occhi gli brillavano. Lavrov, più di altri, ha compreso il vero potere della Maggioranza Globale.

Mosca ha ospitato una conferenza multipolare e la seconda riunione del Movimento Internazionale dei Russofili (MIR, nel suo acronimo francese, che in russo significa “mondo” e “pace”). Nel complesso, le discussioni e il lavoro di rete hanno offerto spunti di buon auspicio per la costruzione di un ordine internazionale veramente rappresentativo, lontano dalle sventure imposte dall’agenda della cultura unipolare e delle guerre per sempre.

La sessione plenaria di apertura del primo giorno è stata condotta dalla portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, il cui messaggio principale è stato chiarissimo: “Non ci può essere libertà senza libero arbitrio”, che potrebbe facilmente diventare il nuovo motto collettivo del Sud globale. Gli “Stati-civiltà” hanno dato il tono all’intera discussione, in quanto stanno progettando meticolosamente i piani di sviluppo economico, tecnologico e culturale del mondo egemonico post-occidentale.

Il professore di Relazioni internazionali Zhang Weiwei del China Institute della Fudan University di Shanghai ha riassunto i quattro punti cruciali quando si tratta di spingere Pechino nel suo ruolo di “nuovo polo indipendente”. Si tratta di un sintetico indicatore della situazione attuale:

·      Nell’ordine unipolare, tutto, dai dollari ai chip per computer, può essere usato come arma. Guerre e rivoluzioni colorate sono la norma.

·      La Cina è diventata la più grande economia del mondo in termini di PPA, la più grande economia commerciale e industriale e attualmente è in prima linea nella quarta rivoluzione industriale.

·      La Cina propone un modello di “Unisci e prospera” invece del modello occidentale di “Dividi e governa”.

·      L’Occidente ha cercato di isolare la Russia, ma la Maggioranza Globale simpatizza per la Russia. Così, l’Occidente collettivo è stato isolato dal Resto globale.

Combattere la guerra teo-politica.

“Resto Globale” (Global Rest in inglese), tra l’altro, è un termine improprio: Maggioranza globale è il nome del gioco. Lo stesso vale per il “miliardo d’oro”; quelli che traggono profitto dal momento unipolare, soprattutto nell’Occidente collettivo e come élite di comprador nei satrapi, sono al massimo 200 milioni o giù di lì.

Il pomeriggio di lunedì a Mosca è stato caratterizzato da tre sessioni parallele: sulla Cina e il mondo multipolare, dove la star era il professor Weiwei; sull’Occidente post-egemonia, con il titolo “È possibile salvare la civiltà europea?”, a cui hanno partecipato diversi europei dissidenti, accademici, think tank, attivisti; e la chicca principale, con gli attori in prima linea della multipolarità.

Ho avuto l’onore di moderare l’impressionante sessione sul Sud Globale, che si è protratta per oltre tre ore – in realtà sarebbe potuta durare tutto il giorno – e ha visto diverse presentazioni sorprendenti da parte di un cast stellare di africani, latinoamericani e asiatici, dalla Palestina al Venezuela, compreso il nipote di Nelson Mandela, Mandla.

Era il Sud globale multipolare in pieno volo – come il mio imperativo era di aprire la parola al maggior numero possibile di persone. Se gli organizzatori pubblicassero un Greatest Hits delle presentazioni, potrebbe facilmente diventare un successo globale.

Mandla Mandela ha sottolineato come sia giunto il momento di allontanarsi dal sistema unipolare dominato dall’Egemone, “che continua a sostenere Israele”.

A questo si è aggiunto il carismatico attivista del Benin, Kemi Seba, che incarna brillantemente la leadership africana del futuro. Nel corso della sessione plenaria, Seba ha introdotto un concetto chiave – che chiede di essere sviluppato in tutto il mondo: stiamo vivendo una “guerra teo-politica”.

Siffatto concetto riassume perfettamente la simultanea guerra ibrida dell’Occidente contro l’Islam, lo Sciismo, l’Ortodossia cristiana, di fatto ogni religione, ad eccezione della cultura Woke.

Il giorno successivo, il secondo congresso del movimento, ha offerto tre sessioni di dibattito: la più rilevante riguardava – tra l’altro – la “guerra informativa e ibrida”.

Ho avuto l’onore di condividere il palco con Maria Zakharova e, dopo la mia presentazione in stile free jazz, incentrata su oltre 40 anni di pratica giornalistica in tutto il pianeta e sull’osservazione in prima persona del totale degrado del settore, abbiamo portato avanti un dialogo, spero utile, su media e soft power.

Il mio suggerimento, non solo al ministero degli Esteri russo, ma a tutti gli abitanti del Sud globale, è stato semplice: lasciate perdere i media legacy/mainstream controllati dalle oligarchie, sono già morti. Non hanno nulla di rilevante da dire. Il presente e il futuro si affidano ai social media, ai media “alternativi” – che non sono più alternativi, al contrario – e ai citizen media, a tutti i quali, ovviamente, devono essere applicati i più alti standard giornalistici.

La sera, prima che tutti si mettessero a festeggiare, alcuni di noi sono stati invitati a una cena di lavoro aperta, franca e illuminante con il ministro degli Esteri Lavrov in una delle magnifiche sale affrescate dell’Hotel Metropol, uno dei grandi alberghi d’Europa dal 1905.

Una leggenda con un senso malvagio dell’umorismo.

Lavrov era rilassato, tra amici; dopo un primo, sorprendente tour de force diplomatico che ha coperto alcuni punti salienti degli ultimi decenni fino all’attuale situazione di crisi, ha aperto il tavolo alle nostre domande, prendendo appunti e rispondendo a ciascuna di esse in modo dettagliato.

Ciò che colpisce quando ci si trova a tu per tu con il diplomatico più leggendario del mondo, in un ambiente rilassato, è la sua genuina tristezza di fronte alla rabbia, all’intolleranza e alla totale assenza di pensiero critico esibite soprattutto dagli europei. Questo aspetto è stato molto più rilevante nel corso della nostra conversazione rispetto al fatto che le relazioni tra Stati Uniti e Russia sono ai minimi storici.

Lavrov, tuttavia, rimane molto motivato dal binomio Sud Globale/Maggioranza Globale e dalla presidenza russa dei BRICS di quest’anno, ha elogiato il ministro della Difesa indiano Jaishankar e le relazioni globali con la Cina, ha suggerito che il Movimento dei russofili dovrebbe assumere un ruolo globale, suggerendo scherzosamente che tutti noi dovremmo far parte di un movimento “Normal-o-philes”.

Ebbene, Lavrov La Leggenda è noto anche per il suo malvagio senso dell’umorismo. E l’umorismo è più efficace quando è mortalmente serio. Ecco quindi la chiave di lettura di questi giorni frenetici a Mosca: Normali-fili del mondo, unitevi.

Pubblicato su Strategic Culture.

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini