InfoPal. Di Lorenzo Poli. Dopo la notizia che il direttore di Al Jazeera, citato da Haaretz, ha fatto sapere che un reporter è stato ucciso durante i bombardamenti israeliani nel sud del Libano, circa cinque giorni fa, oggi arriva la notizia che Israele, quella che l’Occidente definisce la “democrazia più grande del Medio Oriente”, ha messo al bando la tv araba Al Jazeera.
La leadership israeliana ha imposto da qualche giorno un controllo serrato sull’informazione, facendo ampio ricorso alla censura anche preventiva. “Nessuno osa dire una parola sulla situazione – riferisce ad AsiaNews don Raed Abu Sahlieh, parroco di Rameh – e anche sui media le notizie sono veicolate. Puoi essere richiamato e interrogato anche per un commento sui social, come avvenuto alla cantante palestinese Dalal Abu Amneh trattenuta una notte e interrogata per aver condiviso una frase [non vi è vincitore tranne Allah]”, che in realtà è un detto popolare arabo senza nessun riferimento “terrorista” come sostiene Israele.
Ieri, 17 ottobre 2023, la Knesset, il Parlamento israeliano, ha votato una legge “per mettere al bando Al-Jazeera e vietarne le trasmissioni dalla Cisgiordania”. L’emittente, appartenente al Qatar, è la stessa per la quale lavorava la giornalista cristiana palestinese Shireen Abu Akleh, uccisa in un attacco dell’esercito israeliano a Jenin, nel maggio 2022, e che, spesso, ospita il leader di Hamas Ismail Haniyah.
Il provvedimento del governo Netanyahu non stupisce di per sé, tenuto conto dell’irritazione manifestata nei confronti della copertura completa e in diretta che negli ultimi vent’anni Al Jazeera ha dedicato agli eventi in Israele e nei Territori palestinesi e arabi che ha occupato o contro cui ha condotto una guerra (Libano).
Già nel 2017 il governo israeliano aveva bloccato le coperture del canale televisivo Al Jazeera nel paese, giustificandosi con le politiche dei quattro paesi arabi che assediano il Qatar e che chiedevano a loro volta la chiusura di Al Jazeera. Il desiderio di Israele di creare rapporti di normalizzazione con gli Stati arabi del Golfo, con il fine di ottenere carta bianca con i palestinesi, sottolinea il suo disprezzo nei confronti di mezzi d’informazione liberi e professionali, esattamente come nei regimi autocratici.
La decisione israeliana di chiudere Al Jazeera riflette una tendenza più ampia che coinvolge autocrati di diversi continenti impegnati nel tentativo di controllare le loro società plasmando interamente il flusso di notizie e opinioni. Si tratta dell’ennesimo esempio di autoritarismo del governo israeliano, in cui i cittadini sono trattati come robot.
Il successo di Al Jazeera è andato alle stelle pochissimo tempo dopo la sua nascita, a metà degli anni Novanta, proprio perché ha fornito notizie sulle vicende politiche importanti del mondo arabo che stavano a cuore ai comuni cittadini.