Israele: senza di noi, truppe USA indifese.

 

Press Tv. L'ambasciatore israeliano a Washington Micheal Oren ha parlato domenica delle relazioni tra Usa e Israele, ritenendole motivate dalla protezione delle vite dei soldati americani all'estero.

Oren ha infatti ricordato che il suo Stato fornisce agli Usa non solo l'intelligence di cui hanno bisogno nelle loro guerre in Iraq e Afghanistan, ma anche l'equipaggiamento necessario alle loro truppe sul campo di battaglia.

Rilasciando questi commenti durante un'intervista alla “Cnn”, il diplomatico israeliano ha aggiunto che se Israele non esistesse, gli estremisti islamici si unirebbero a al-Qaeda e formerebbero un fronte unito contro gli Stati Uniti, che invece si trovano a essere “molto più sicuri grazie alla collaborazione israelo-americana”.

Respingendo quindi le voci sul presunto incidente nei rapporti tra i due stati causato dal rifiuto israeliano di fermare l'espansione coloniale in Cisgiordania, Oren ha definito le relazioni tra i due paesi “eccellenti”.

Non sono dello stesso parere i media occidentali, che hanno riportato profonde tensioni tra Washington e il suo alleato in Medio Oriente in seguito all'annuncio di Tel Aviv dei progetti che prevedono 1.600 nuove unità edilizie a Gerusalemme est, mentre il vice presidente statunitense Joe Biden si trovava in Israele per facilitare l'avvio dei “colloqui indiretti” con i palestinesi.

Il comandante del Comando centrale Usa, il gen. David Patraeus, si è inoltre rivolto al Congresso il mese scorso, mettendo in guardia sulle reazioni delle nazioni arabe agli stretti legami Usa-Israele, e sul fatto che molti leader arabi devono ancora dare il loro nulla osta alla normalizzazione dei loro rapporti con lo stato sionista.

Riguardo alla costruzione degli insediamenti a Gerusalemme est, l'ambasciatore Oren ha ribadito la rivendicazione della città da parte d'Israele, che la considera la sua capitale legittima.

Alle dichiarazioni dell'ambasciatore sono seguite quelle ancora più intransigenti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha promesso di portare avanti l'espansione coloniale “a nord e a sud, e certamente a Gerusalemme”.


 

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