La solidarietà di Gaza nella Giornata del Prigioniero palestinese

La solidarietà di Gaza nella Giornata del Prigioniero palestinese

Gaza – Speciale InfoPal. Diversi eventi in solidarietà con i detenuti palestinesi in sciopero della fame stanno caratterizzando la giornata odierna nella Striscia di Gaza.

Ministri di governo e deputati hanno parlato alla folla presentando la Giornata del Prigioniero palestinese come la Terza Intifada contro l’occupazione israeliana, “l’unica vera responsabile della vita dei detenuti”.

“La Giornata del Prigioniero è la scintilla della Terza Intifada”, per Ahmed Bahar, vice presidente del Consiglio legislativo (Clp) il quale chiede oggi di sostenere la resistenza alternativamente all’azione politico-diplomatica al fine della loro liberazione.

“Tutti gli enti preposti, le società e i governi del mondo devono intervenire per questa causa di liberazione”, ha detto Bahar ricordando come la richiesta di rilascio di Gilad Shalit sia stata un raggiro israeliano, di vecchia conoscenza per i palestinesi.

Cosa chiedono i prigionieri palestinesi con lo sciopero. “La fine delle detenzioni in isolamento, il ripristino del diritto di ricevere le visite per i detenuti di Gaza, l’abolizione delle leggi Shalit, la reintroduzione del diritto allo studio, dei canali satellitari, e la fine di abusi e maltrattamenti con i raid nelle celle.

Sono più di 3500 i prigionieri in sciopero da oggi, 17 aprile. Riyad al-Ashqar, esperto in materia, rende ufficiale la cifra, tra palestinesi e arabi, in sciopero della fame a partire da oggi.
“Lo sciopero è stato proclamato a oltranza e si fermerà solo quando i detenuti vedranno accolte le loro richieste, i loro diritti. Le carceri israeliane di Nafhah, Eshel e ‘Ashqelon sono in testa all’azione”.

3500 detenuti palestinesi in sciopero su un totale di 4700 prigionieri detenuti nelle carceri dell’occupazione israeliana. Tre sono giordani, tre egiziani e uno siriano. 

“Il silenzio internazionale è da condannare” per Hisham ‘Abdel Razeq, dal Consiglio Rivoluzionario di Fatah, quando dice: “E’ uno sciopero in nome dei popoli liberi. A cinque mesi dalla liberazione di Shalit, la condizione umana dei nostri detenuti è peggiorata significativamente.

“Si richiede un incontro tra tutte le fazioni palestinesi, chiamate a rinunciare agli arrivismi, agli obiettivi particolaristici e a ritrovarsi uniti intorno alla causa dei detenuti”.

Dalle capitali del mondo arabo…Sultan al-‘Ajalouni, ex detenuto e leader dei prigionieri giordani, è intervenuto in pubblico ad ‘Amman in questa Giornata del Prigioniero palestinese.

“L’unica strada per la liberazione dei palestinesi è la resistenza, le operazioni atte a scoraggiare l’occupante. Continuare con gli accordi di scambio, l’ultimo dei quali, quello raggiunto tra Hamas e Israele con la liberazione di 1027 palestinesi ne è stato una dimostrazione di rilevanza”.