“La tregua a Gaza deve diventare un cessate il fuoco”

InfoPal. Di Alessandro Barbieri. “La sola via d’uscita al genocidio che si sta compiendo Gaza è l’applicazione del diritto internazionale, e non si può fare della Palestina un’eccezione”. E’ il grido d’aiuto che l’ambasciatrice palestinese in Francia Hala Abou-Hassira lancia da Marsiglia, durante il meeting per la pace organizzato dalla France Insoumise: “La comunità internazionale deve fare pressione affinché questa tregua militare diventi un cessate il fuoco permanente”. Insieme a lei, i deputati del partito di Melenchon, tra cui la capogruppo degli Insoumise all’Assemblea Nazionale, Mathilde Panot, e l’avvocato franco-palestinese Salah Hamouri, si uniscono in un appello ” alla mobilitazione popolare per chiedere al governo francese  e a quelli europei di giocare un ruolo costruttivo nella riapertura di un processo di pace”. “La Francia non può sostenere un paese che si sta macchiando di crimini di guerra – precisa la Panot – ed è necessario che ritrovi il linguaggio della pace; la posizione francese sta cambiando, come si può vedere dal mea culpa della presidente dell’Assemblea nazionale Braun-Pivet, dopo aver dichiarato un appoggio incondizionato al governo Netanyahu”. “Di fronte alla situazione disastrosa a Gaza, in cui ormai si contano 15mila morti, moltiplicheremo le iniziative e gli sforzi per chiedere un cessate il fuoco immediato e incondizionato”, conclude la capogruppo France Insoumise.

Sono emerse, inoltre, polemiche sulla partecipazione al meeting di Salah Hamouri, l’avvocato franco-palestinese espulso da Israele lo scorso dicembre dopo essere stato nove mesi in detenzione amministrativa senza un’accusa formale, perché il partito di Marine Le Pen ha chiesto alla prefettura e al sindaco di Marsiglia di cancellare la conferenza a causa della sua presenza. La motivazione – si legge – è che, in quanto membro del Fronte Nazionale per la Liberazione della Palestina (organizzazione classificata come terroristica) potrebbe provocare un disturbo all’ordine pubblico. Hamouri era stato invitato all’inizio dell’anno dal sindaco di Lione a una tavola rotonda, ma l’incontro era stato annullato a causa delle “fortissime tensioni” sollevate dall’evento. 

Il 16 maggio, la conferenza-dibattito “Libertà per la Palestina”, organizzata alla Camera del Lavoro di Tolosa con Salah Hamouri tra gli ospiti, è finita nella violenza. Due consiglieri comunali sono stati evacuati e un uomo ha tentato di aggredire l’avvocato. Hamouri, definito da svariate Ong come un difensore dei diritti dell’uomo, ringrazia “la France Insoumise per l’invito nonostante la pesante censura” e aggiunge: “Oggi bisogna parlare chiaramente, questo è un piano di genocidio contro l’intero popolo palestinese e non solo a Gaza, questa si chiama pulizia etnica e non guerra. Il piano politico che il governo di Netanyahu sta mettendo in atto è preparato da tempo, e l’obiettivo è l’espulsione e la deportazione dei palestinesi dalla Striscia per trasferirli nel Sinai, in Qatar, in Sudan e in altri paesi arabi”, precisa l’avvocato. “Ci sono 10.000 prigionieri politici nelle carceri israeliani, tra cui 2.200 in detenzione amministrativa senza aver subito alcun processo, pratica vietata dal diritto internazionale”. Hamouri conclude dicendo che “dopo il 7 ottobre sono stati arrestati 3mila palestinesi solo in Cisgiordania e centinaia a Gaza sono scomparsi e non si conosce quale sia il loro destino. Oggi la questione palestinese è ritornata la priorità politica mondiale, questo grazie alla resilienza dei palestinesi e alla solidarietà internazionale“.