Le donne di Gaza, coraggio e incrollabile sostegno alla resistenza

-587989265Gaza – PIC. Gaza ha subito le guerre, di cui la più dura, devastante e mortale è stata quella dell’estate 2014. Ne subisce ancora le conseguenze, come sta subendo anche uno dei blocchi più dolorosi. Subisce tutto, ma mantiene la testa dritta. Questa resistenza di Gaza non può realizzarsi senza le sue donne. Le sue donne sostengono la resistenza con le loro invocazioni e i loro aiuti. Molte tra loro hanno preparato e spinto i loro figli o mariti verso il campo di battaglia.

Le donne di Gaza

La striscia di Gaza è piena di queste donne e madri di resistenti, sorelle di resistenti, figlie di resistenti.

La deputata del consiglio legislativo palestinese, Miriam Farahat, prima di diventare una martire aveva salutato i suoi figli.

Um Radwan è un’altra madre che ha lasciato 5 ragazzi morti per Gaza e per tutta la Palestina.

Durante la guerra del 2014, sono state le donne a rompere l’accerchiamento della moschea Um an-Nasr, a Beit Hanoun, dove si rifugiano uomini della resistenza.

L’arma dell’invocazione

Se la donna di Gaza non porta le armi, fa almeno la preghiera: essa invoca l’Onnipotente perché venga in soccorso della resistenza. Hadja Um Walid lo fa tutto il tempo. Ha dichiarato alla corrispondente di PIC: “E’ vero che non possiamo portare le armi per lottare contro il nemico, ma porto l’arma della preghiera, che è molto efficace”.

C’è la preghiera e ci sono anche altre cose. Per esempio i gioielli. La giovane Samah ha raccontato: “Mi piace l’oro e mi piace indossarlo… Ma l’ho donato per sostenere la resistenza”.

Tutte le resistenze sono le mie

Gli aerei da combattimento israeliani hanno attaccato il cielo di Gaza, ma non possono attaccare il coraggio di Um Nasser. Lei ha portato cibo agli uomini della resistenza come ha fatto con i suoi ragazzi.

Ha spiegato alla nostra corrispondente che  “gli uomini della resistenza sono tutti miei ragazzi. Come volete che io abbia paura per la mia persona e non per loro? Li amo come amo i miei ragazzi. Sono tutti miei figli”. Ha lasciato che gli uomini della resistenza entrassero nel giardino di casa sua, durante  momenti critici della guerra israeliana dell’anno scorso. Non si stancava mai di rassicurarli e di ripetere che sono i suoi figli: “Non ho paura per me stessa ma per i miei figli”.

Najah vale cento uomini

La giovane Najah rimane in silenzio, ma tutti gli altri che la nostra corrispondente ha incontrato, ripetono che “Najah vale cento uomini”, “Najah è il nostro orgoglio”. E’  stata l’eroina della battaglia di Khuza’a. Najah si rifiuta di parlare. Conserva il suo sorriso, ignorando i bombardamenti dell’occupazione sionista che durante il massacro di Khuza’a hanno annientato la sua casa e quella dei suoi vicini. Lei è una vera eroina palestinese.

Traduzione di Nadia El Mansouri