Leader di Hamas: “elezioni senza senso” se l’Anp continua a perseguitare i nostri sostenitori

Il Cairo-InfoPal. Saleh al-‘Arouri, dirigente politico del movimento di resistenza islamico, ha definito “senza senso” l’invito a svolgere le elezioni palestinesi, mentre i servizi di sicurezza di Ramallah continuano a perseguitare i membri di Hamas in Cisgiordania.

In un’intervista rilasciata nella serata di domenica 10 febbraio all’emittente televisiva, al-Aqsa Tv, al-‘Arouri ha affermato che “al riprendersi dei colloqui per la riconciliazione nazionale, le campagne di arresti politici e convocazioni si sono intensificate in Cisgiordania”, rivelando che “dall’inizio dell’anno si registrano 91 casi di arresto nei confronti di sostenitori politici di Hamas, di cui 35 solo negli ultimi dieci giorni”.

Il leader ha affermato che “la maggior parte degli arresti e gli assalti, effettuati dagli apparati di sicurezza dell’Autorità palestinese, Anp, hanno l’obiettivo di rintracciare e confiscare i sussidi delle famiglie dei detenuti e i martiri in Cisgiordania”, dicendosi “esterrefatto dall’insistenza con cui l’Anp cerca di privare le famiglie in questione di una fonte indispensabile di reddito”.

Al-‘Arouri ha anche sottolineato che “la riconciliazione nazionale rappresenta una prerogativa per Hamas, che è intenzionato a raggiungerla; tuttavia, esso rimane sorpreso ogni volta che le campagne di arresti riprendono con il riprendersi dei colloqui di riconciliazione”. Egli ha aggiunto che il suo movimento ha chiesto di formare una commissione egiziana con il compito di visitare la Cisgiordania e la Striscia di Gaza per assicurare un clima favorevole, ed accertare che entrambe le parti siano impegnate per garantire le libertà e porre fine agli arresti.

Hamas ha accusato gli apparati di sicurezza dell’Anp di aver intensificato gli arresti e le persecuzioni contro i suoi sostenitori e attivisti in Cisgiordania nei giorni scorsi, di cui l’ultimo episodio è stato il tentativo di arrestare la moglie e le figlie di un ex prigioniero nelle carceri israeliane, attualmente detenuto dalla sicurezza preventiva di Ramallah, avvenuto nel villaggio di Qarawat Bani Zaid.