Ramallah – Infopal. Il ministero dell'Informazione palestinese rende noto che nel corso del 2009 le forze occupanti israeliane hanno demolito nella sola al-Quds (Gerusalemme) e nei suoi sobborghi 103 abitazioni e 11 edifici non residenziali, mentre sono ben 1.500 gli avvisi di demolizione notificati.
Israele obbliga tra l'altro gli stessi proprietari a demolire le loro case sotto la minaccia di pesanti ammende. La maggior parte delle volte la demolizione della casa viene giustificata con l'abusivismo edilizio, sebbene ciò sia stato documentato in un solo caso.
Il ministero ha pubblicato un rapporto in cui vengono esposte tutte le violazioni israeliane contro i proprietari di case palestinesi di al-Quds (Gerusalemme). Vi sono documentati 60 casi in cui è stato tentato di impadronirsi della casa col raggiro di persone molto semplici, facendo firmare loro dei fogli o attraverso delle pezze d'appoggio falsificate ma accolte dal tribunale, il quale ha poi emesso la sua sentenza anche sulla base di esse.
Alcuni di questi tentativi hanno avuto successo, altri no.
Sono anche documentate 20 situazioni in cui si è tentato di irrompere in casa per arrestarne il proprietario o semplicemente per consegnargli una notifica di demolizione; a volte a fare questo sono coloni attaccabrighe che intendono spaventare i proprietari delle case inducendoli ad andarsene. Ma molti casi non sono documentati, sebbene le associazioni di difesa dei diritti dei palestinesi s'impegnino a documentare tutto.
Gli assassinati palestinesi nell'area di al-Quds quest'anno sono già cinque, uccisi malgrado non stessero praticando alcun atto di violenza: alcuni sono stati uccisi mentre tornavano dal lavoro.
Sono inoltre documentati nel rapporto 39 casi di aggressione fisica, ad individui o a gruppi. La maggior parte delle volte si tratta di irruzioni nelle case, ma anche nella moschea al-Aqsa (aggressioni ai suoi guardiani); poi vi sono le aggressioni alle attività culturali legate all'iniziativa “Al-Quds capitale della cultura araba”; ma anche le aggressioni ai cortei e ai presidi di protesta; si annoverano inoltre aggressioni ai check point: 63 arresti, di singoli o di gruppi, ai danni di persone che avevano affrontato già irruzioni nelle loro case, sia da parte della polizia che da parte di coloni accompagnati dalla polizia.
Anche i magazzini e i depositi commerciali, i serbatoi d'acqua per le coltivazioni, le scorte di carburante e di cemento, non si salvano da queste aggressioni.