Perché non la Somalia? Perché non il Darfur? Perché non Marte?

Pubblichiamo qui di seguito “Perché non Somalia? Perché non Darfur? Perché non Marte?“, editoriale di Khalid Amayreh scritto per Palestine.info il 13 gennaio, anche se non ne condividiamo i parallelismi storici, in quanto sempre inadatti e fuorvianti. E, in questo caso specifico, tenendo conto della strumentalizzazione che la Israel lobby nel mondo fa del tema dell'Olocausto – facendolo assurgere a unica religione globale occidentale – è quanto mai dannoso utilizzare stessi schemi di analisi.

PIC, 13/01/2010

di Khalid Amayreh – Gerusalemme occupata

Gli spin doctor sionisti sono palesemente indignati dalla crescente consapevolezza mondiale riguardo la crudeltà – sotto gli occhi di tutti – imposta dal blocco israelo-egiziano contro la Striscia di Gaza.

Questi maliziosi propagandisti, ostinati a spostare l'attenzione dal lento genocidio contro l'inerme popolazione di Gaza, si domandano “Perché non la Somalia? Perché non il Darfur? Essi sostengono che la tragedia, made by Israel, contro Gaza non dovrebbe ricevere tanta attenzione e anzi pensano che la gente di Gaza, già tormentata all'estremo, dovrebbe continuare a soffrire. Soffrire la fame e morire nel massimo del silenzio possibile.

Tanto per cominciare, è alquanto improbabile che quanto sostengono sia motivato dalla buona volontà o da altro desiderio reale di affrontare i veri problemi in Somalia, in Darfur e in altre parti del mondo.

E' vero invece – dato il consistente atteggiamento israeliano e sionista – che tale questione miri anzitutto a distrarre l'attenzione dai vergognosi crimini genocida contro l'umanitù commessi contro il popolo palestinese proprio ad opera dei figli, nipoti e pronipoti dell'Olocausto.

Si tratta piuttosto di una repulsiva tattica di diversione attuata dai delinquenti assassini sionisti al fine di distrarre l'attenzione dall'olocausto ebreo israeliano contro il popolo palestinese.

Pertanto, non esiste il minimo dubbio che la gente, soprattutto quella dotata di una coscienza fatta di valori, sappia che i veri resposabili delle sofferenze di gente altrove nel mondo, siano proprio gli israeliani.

Ad oggi, è inconcepibile che i cuori degli assassini, figli di Israele, sanguinino per le guerre civili dell'Africa. Il loro obiettivo è invece quello di isolare i palestinesi, indebolire le simpatie mondiali nei loro confronti e forzarne la morte o assassinarli nel massimo del silenzio possibile. In questo modo si sono comportate le SS nel Ghetto di Varsavia 67 anni fa e questo è quanto gli ebrei nazisti di oggi fanno. Proprio come una ruota che gira.

Detto questo, è decisamente ovvio di come il perdurare della triste condizione dei palestinesi resti la questione al mondo maggiormente volubile e destabilizzante, perché potenziale causa di destabilizzazione dell'ordine mondiale. Essa sta pure alla base di molte situazioni instabili e violente in varie parti del mondo ed è sintomo e insieme effetto collaterale dalle ripercussioni globali immediate.

A conferma di ciò, episodi accaduti a distanza di migliaia di km dalla Palestina occupata, come l'11 settembre negli USA, le bombe a Bali, in Indonesia, gli attentati terroristici a Londra e a Madrid di qualche anno fa e la successiva occupazione americana dell'Iraq e dell'Afghanistan trovano le loro radici nell'adozione americana ed occidentale del Nazismo ebraico in Palestina e della pulizia etnica del popolo palestinese dalla loro terra d'origine.

Allo stesso modo, gran parte dei problemi politici cronici propri del mondo arabo, come ad esempio il sostegno americano ed occidentale alle dittature arabe, e la continua soppressione delle forze a sostegno di libertà e democrazia, siano direttamente e indirettamente connesse alla situazione in Palestina.

L'attuale situazione di stallo riguardo il programma nucleare iraniano ha numerosi legami con il problema palestinese. Il leader iraniano Ahmadinejad non avrebbe richiamato allo smantellamento delle infrastruttre sioniste in Israele se solo l'oltraggiosa persecuzione e la brutale ferocia con cui gli invasori ebrei tentanto di scacciare il popolo palestinese non avesse avuto luogo.

Inoltre, gli Stati Uniti, stretti nella morsa delle lobby ebraiche come l'AIPAC, ed il cui Congresso è considerato – dai più – essere un territorio occupato da Israele, ha sempre preferito optare a favore dei regimi arabi tiranni, spesso criminali, pur di servire e promuovere gli interessi israeliani.

E' inutile qui dire che sia Israele, sia gli USA preferiscano ricattare e agire da bulli con i regimi dittatoriali che si rendono irresponsabili verso le proprie masse. Alcuni regimi in situazione di bancarotta agirebbero anche contro gli interessi delle rispettive nazioni se posti sotto pressione o atteggiamenti di forza da parte di Washington.

Tutti i popoli del mondo hanno il diritto ad esistere e a prosperare, anche le popolazioni della Somalia e del Darfur come molte altre. Questo è sempre stato e sempre resterà un punto indiscutibile.

Tuttavia, la causa palestinese resta unica perché la Palestina, fino a tempi recenti, è stata la madre patria esclusiva del popolo palestinese. Una potenza europea, a migliaia di km di distanza poi decise di porgerla su un piatto d'argento ad un altro popolo europeo.

Gli ebrei – bianchi – Ashkenaziti della regione di Khazar non hanno nulla a che fare con la Palestina, secondo quanto ha sostenuto il Prof. Shlomo Sand nel suo recente libro, Matai ve'ech humtza ha'am hayehudi? (L'invenzione del popolo ebraico).

Oggi, il popolo palestinese è il solo al mondo, la cui esistenza e futuro come popolo sono seriamente minacciati. Oggi come non mai, l'esistenza di noi palestinesi resta sospesa alla buona volontà della comunità internazionale. Questo è il motivo per cui la stessa dovrebbe agire in modo decisivo contro i genocidi ad opera di Israele contro il nostro popolo.

Gli israeliani non si sono ancora impegnati in un genocidio finale contro di noi e la vera ragione non è legata a questioni di ordine morale o etico, ma sulle reazioni internazionali.

L'attacco genocida contro Gaza da parte di Israele risalente allo scorso anno, andrebbe letto come una mera prova nella più ampia guerra di sterminio contro un popolo inerme che dispone giusto di mezzi per la propria protezione o di quella dei propri bambini.

Nella passata guerra lampo, Israele ha assassinato migliaia, ne ha menomati altre migliaia e ne ha incenerito altri ancora con l'infernale fosforo bianco utilizzato contro Gaza. Nel prossimo assalto, Israele potrebbe rivificare Auschwitz e Bergen Belsen a Gaza e in Cisgiordania. In ultima analisi, non ci sarà più differenza tra il rilegare la gente in camere a gas chiuse (come nei campi di concentramento) ed incenerirle in massa all'aria aperta.

In base alla mia personale conoscenza, nessun altro popolo al mondo è stato preso di mira per essere annientato. E seppure esistano guerre civili nel mondo, né i Somali, né la popolazione del Darfur sono state mai minacciate di Olocausto. Non conosco altri leader al mondo all'infuori di quelli israeliani che emettono di continuo ordini per lo sterminio di massa di uomini, donne e bambini contenenti frasi del tipo “che non rimanga anima viva” come hanno fatto pure rabbini ebrei.

In breve, le prospettive di un Olocausto ebraico–sionista contro gli inermi palestinesi, non è poi così impensabile, dal momento che Israele prosegue nell'attesa che la prima occasione utile gli si presenti pur di realizzare i suoi mostruosi progetti contro il poplo palestinese.

Questi sono i motivi per i quali, sono richiesti con urgenza sforzi internazionali – tra cui quelli non governativi – a protezione del popolo palestinese dal genocidio israeliano.

Qualche anno fa, un intellettuale spagnolo, Santiago Alba-Rico, descrisse con una certa eloquenza le sofferenze del popolo palestinese come la ferita sanguinante del mondo.

Lo stesso scriveva: “Forse i palestinesi non saranno il popolo maggiormente punito sulla terra, ma restano comunque il popolo maggiormente soggetto a punizioni sulla terra; non sarà forse la gente che ha sofferto di più al mondo ma è il popolo le cui sofferenze sono quelle maggiormente visibili e perpetue.

Paradosalmente, simile visibilità (oltre le menzogne) rende le vittime ancora più vulnerabili; perché si conferisce una sorta di dimensione biblica all'aggressione: la tuonante autorità dell'intervento divino di fronte al quale appaiono i segni dell'ira di Dio si piega sia da un punto di vista morale, sia da uno deontologico”.

Negli ultimi mesi, molti rabbini, seguiti da centinai di migliaia di fedeli, hanno emesso degli ordini dal contenuto nazista in cui si giustificava l'annientamento fisico del popolo palestionese.

E' inuitile dire che gli effetti di simili ordini insidiosi vanno ben oltre i confini della sfera teoretica visto che l'esercito israeliano, (sostenuto oggi da queste criminali menti religiosi) e i militari para terroristi, conosciuti come coloni, si stiano facendo garanti dell'attuazione di questi ordini satanici con l'assassinio di palestinesi civili e pacifici.

E' importante poi ricordare che l'Olocausto di meta' '900 non ha avuto inizio con uccisioni di massa genocida ma piuttosto con azioni simili a quanto fa Israele contro i palestinesi oggi: discorsi violenti e razzisti, attacchi mediatici velenosi, propri della mentalità superuomini vs. sub-umani e magari aspettiamoci una Notte dei Cristalli.

D'altra parte, sono gli stessi israeliani a sostenere che la campagna condotta contro Gaza non è altro che una mera “prova” di azioni in futuro,

Il resto della storia lo conosciamo tutti.

Traduzione di Elisa Gennaro

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