PM, ministro degli Esteri e Lega Araba classificano demolizioni israeliane a Gerusalemme come pulizia etnica

Ramallah – WAFA. Mercoledì, il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh, il suo ministero degli Esteri e la Lega araba hanno condannato la demolizione israeliana di case di proprietà dei palestinesi nella Gerusalemme occupata, definendo questa politica come pulizia etnica.

La loro reazione è una risposta alla demolizione della casa della famiglia Salhiya, nel quartiere di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme Est, avvenuta mercoledì, che ha causato lo sfollamento di 13 persone, principalmente minorenni.

“Questo crimine fa parte delle politiche [israeliane] di persecuzione, razzismo e pulizia etnica contro i proprietari terrieri indigeni, a favore dei coloni”, ha affermato il premier Shtayyeh in una dichiarazione, chiedendo alle Nazioni Unite di intervenire per porre fine a tali politiche.

Anche il ministero palestinese degli Affari esteri e degli espatriati, in una dichiarazione, ha condannato la demolizione, descrivendola come una pulizia etnica che ha l’obiettivo di costringere i residenti palestinesi della città ad abbandonarla per creare una maggioranza ebraica.

La Lega Araba, in una nota rilasciata dal suo rappresentante per gli Affari palestinesi, Said Abu Ali, ha affermato che ciò che è accaduto a Sheikh Jarrah è “un crimine di guerra ed una pulizia etnica”.

Ha aggiunto che questa politica ha come obiettivo rendere difficile la vita ai palestinesi per costringerli a lasciare la loro patria.