Rassegna stampa dell’11 febbraio.

Rassegna stampa a cura di Chiara Purgato (*) 

http://www.icn-news.com/index.php

 

BREVI DA ISRAELE.NET Commissione Goldstone: Hamas aveva solo sparato “un paio di razzi” su Israele

09:20:00

11/02/2010 L'esperto militare della Commissione Goldstone, l'ex colonnello dell'esercito irlandese Desmond Travers, ha dichiarato che Hamas aveva solo sparato “un paio di razzi” su Israele prima che Israele lanciasse l'operazione anti-Hamas a Gaza di un anno fa. Desmond ha inoltre accusato le “lobby ebraiche” d'essere riuscite a influenzare a proprio favore i governi occidentali. Ne ha dato notizia il Jerusalem Center for Public Affairs (JCPA), che cita una lunga intervista del co-autore del rapporto Goldstone al Middle East Monitor, nella quale Desmond afferma anche che Hamas intendeva rispettare il “cessate il fuoco” e definisce “fasulle” le foto esibite dalle Forze di Difesa israeliane a riprova dell'uso delle moschee fatto da Hamas come depositi di armi. Il presidente del Jerusalem Center for Public Affairs, Dori Gold, ha chiesto di invalidare i dati presentati alla commissione Goldstone dal suo esperto militare.

 

 

http://www.agoravox.it/

giovedì 11 febbraio 2010 Berlusconi, Israele e la realtà negata

Nella sua visita a Israele, il Presidente del Consiglio italiano, dopo aver elogiato Israele: “questo Parlamento rappresenta la più straordinaria vicenda del Novecento. Voi rappresentate ideali che sono universali, siete il più grande esempio, se non l’ unico, di democrazia e di libertà nel Medio Oriente, un esempio che ha radici profonde nella Bibbia e nell’ ideale sionista. Grazie di esistere”, ha espresso la sua totale adesione alla politica di Israele nei confronti di gaza arrivando a  giustificare, senza nessuna incertezza, l’ operazione «Piombo fuso» che un anno fa mise a ferro e fuoco la striscia di Gaza come “giusta reazione” in risposta ai missili Kassam di Hamas.Questo senza tener minimamente conto dell’inchiesta in corso per determinare le responsabilità dei militari sull’utilizzo di armi proibite e dell’uccisione di civili durante le operazioni. Nell’inchiesta condotta dalle Nazioni Unite. 

Inoltre, il primo ministro, ha chiesto scusa per leleggi marziali del 1938 messe in atto in Italia perché: “Contraddissero secoli di civiltà cosmopolìta e di rispetto umanistico della persona e della sua dignità” (non so a che periodo si riferisca, sta di fatto che, a suo tempo, papa Giovanni Paolo II, chiese perdono agli ebrei “per le mancanze e i peccati dei cristiani verso i “fratelli maggiori” nel corso dei secoli, riferendosi alle persecuzioni da essi subite in Europa”).

Il suo discorso alla Knesset, durato venti minuti, ha riscosso molti consensi in campo israeliano.

In questo contesto, le sue affermazioni sull’errore delle colonie e la necessità di due Stati per arrivare ad una pace tra Israele e Palestina lasciano il tempo che trovano. Il punto centrale rimane la necessità per l’occidente di avere un garante in territotio straniero e poco importa con quali mezzi il garante operi.

Al giornalista che gli chiedeva la sua opinione sul muro, che di fatto rende Gaza una prigione, il primo ministro risponde: “non me ne sono accorto. Ero concentrato sulle cose che avrei detto ad Abu Mazen ed ero intento a prendere appunti”; chiaro che una domanda simile è molto più complessa di quanto sembri perché mette a nudo la politica di Israele nei confronti della Palestina, ma quel “non me ne sono accorto”, propio mentre si apprestava a un colloquio con Abu Mazen, chiarisce molto la sua posizione di come deve essere intesa la pace tra Israele e Palestina. Ed è altrettanto chiaro che le affermazioni si basano sulla non conoscenza della situazione di Gaza e della politica di Israele sul controllo del territorio fatta, oltre che con le armi, anche di arresti arbitrari, espropri di case ecc..

Una cosa detta che dovrebbe preoccupare molto chiunque ha a cuore la pace è l’idea di portare Israele nell’UE.

All’articolo I-41 (Disposizioni particolari relative alla politica di sicurezza e di difesa comune)paragrafo sette della Costituzione europea si legge:
Qualora uno Stato membro subisca un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Ciò non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri. Gli impegni e la cooperazione in questo settore rimangono conformi agli impegni assunti nell’ambito dell’Organizzazione del trattato del Nord-Atlantico che resta, per gli Stati che ne sono membri, il fondamento della loro difesa collettiva e l’istanza di attuazione della stessa.

Questo comporterebbe, alla luce della situazione del Medio Oriente, la seria possibilità dell’entrata in guerra dell’Europa a difesa di Israele qualora i confini di questi venissero compromessi.

Questo non riguarda solo l’Iran, fermamente ostile a Israele al punto di dichiarare la volontà di distruggerlo, ma anche una possibile radicalizzazione della questione palestinese. 

Questa politica contraddice la stessa Costituzione italiana la dove all’articolo 11 dei principi fondamentali sta scritto: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

 http://www.israele.net/


11-02-2010

Facciamo come se

Di Karni Eldad

Supponiamo per un momento di essere dei genitori palestinesi. Supponiamo (dico davvero, facciamo lavorare l’immaginazione) di essere dei genitori palestinesi che desiderano la pace. Molto probabilmente vorremmo educare i nostri figli in questo spirito. Domandiamoci: quanto è difficile, posto che sia possibile, per dei genitori palestinesi che vivono oggi nei territori dell’Autorità Palestinese educare alla non violenza, alla tolleranza, al rispetto e riconoscimento dello stato di Israele?
Lo sport viene generalmente considerato una buna cosa, un’attività sana e formativa. Il che è sicuramente vero per quanto riguarda i tornei sportivi per bambini. Un torneo di calcio può essere al contempo divertente ed educativo: a meno che non venga dedicato al nome della terrorista Dalal Mughrabi. Mughrabi è la terrorista che nel 1978, sulla strada litoranea, ha perpetrato il più sanguinoso attentato della storia d’Israele, costato la vita a 37 cittadini ebrei.
Secondo il Palestinian Media Watch, sulla televisione ufficiale dell’Autorità Palestinese si è tenuta una celebrazione in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita di Dalal Mughrabi, sponsorizzata dallo stesso presidente Mahmoud Abbas (Abu Mazen). L’evento prevedeva una festa durante la quale un’orchestra di giovani ha suonato in onore della terrorista.
Negli ultimi due anni l’Autorità Palestinese ha gestito un campo estivo giovanile pure questo intitolato alla “martire” (attenzione: non Hamas, ma i “buoni” dell’Autorità Palestinese). Abu Mazen ha anche finanziato un centro per computer, sempre intitolato alla stessa “martire”, alla quale di recente è stata intestata una piazza di Ramallah col pieno sostegno di Abu Mazen. Davvero incoraggiante.
Per qualche ragione l’Autorità Palestinese e il suo leader Abu Mazen vengono considerati interlocutori affidabili per il sogno di una pace fra israeliani e palestinesi. Ma la pace, se deve essere autentica e duratura, si deve fondare sulla volontà e sulla fiducia di entrambe le parti. Da qualche tempo autorità e stampa palestinesi sostengono che l’Autorità Palestinese non fa più “istigazione” contro Israele, e in un certo senso è vero. Quello che si ritrova sulla televisione, sui libri di testo, sui manifesti per le strade e nelle dichiarazioni pubbliche palestinesi non è “istigazione”. L’istigazione è qualcosa di superficiale, qualcosa che può essere facilmente accantonato dalla successiva tornata di istigazione. Quello che è in corso nell’Autorità Palestinese è invece un indottrinamento sistematico che inculca questi veleni nella testa dei suoi bambini. O meglio, “dei vostri bambini” – come una volta ha detto il segretario di stato Usa commentando la questione.
Se ben due scuole dell’Autorità Palestinese sono intitolate alla super-terrorista Mughrabi, quale messaggio si andrà a impiantare nella coscienza dei bambini che le frequentano? Che uccidere ebrei è una buona cosa, un cosa che ti procura onore e gloria. Se la televisione palestinese descrive la Palestina come il paese che si estende “da Gaza ad Ashkelon, nel sud, fino a Haifa e, ancora più a nord, fino ad Acri”; se ai bambini viene detto che Tiberiade è una importante città palestinese e che il Kinneret (il lago di Tiberiade) è un bacino d’acqua palestinese; se Giaffa viene definita “la porta della Palestina sul mondo”, che cosa ne dedurranno i bambini? Che non c’è nessun Israele: semplicemente non esiste.
Nelle trasmissioni a quiz della tv palestinese, nelle parole crociate sui giornali palestinesi i bambini conoscono la risposta giusta a domande come “qual è il porto più importante della Palestina: Acri, Giaffa o Haifa”? Altre domande sono: “nomina tre stati che confinano con la Palestina” (la risposta data per giusta è: Egitto, Libano e Giordania); oppure: “qual è la superficie dello stato di Palestina?”, dove la risposta data per giusta è 27.000 chilometri quadrati, ossia un territorio che comprende tutta l’area tra il mar Mediterraneo e il fiume Giordano, compreso l’intero stato di Israele. Domande dalle quali appare chiaro, naturalmente, che lo stato di Palestina già esiste (e che Israele non ha da esistere). E così via.
A questo punto lo sforzo di educare i vostri bambini alla tolleranza e all’accettazione della vicina entità statale ebraica è condannato sin dall’inizio al fallimento: è il vostro mondo contro l’indottrinamento inculcato da scuole, programmi televisivi, maestri, libri di testo, canzoni e persino dalle parole crociate. Che ci potete fare?

L'espresso multimedia

http://espresso.repubblica.it/

Un tuffo nel blu
per i bambini di Gaza

A un anno dall'attacco israeliano, la vita quotidiana nella striscia di Gaza è sottoposta a molte limitazioni. Per i più piccoli c'è una sola piscina coperta, quella del Nama sport club a Jebaliya. Qui bambini e ragazzi prendono lezioni di nuoto, aspettando l'estate. Nella bella stagione potranno tuffarsi al mare, nel nuovo parco acquatico Aqua Land o nelle piscine scoperte di Gaza City
(L.C)

[11 febbraio 2010]

https://www.infopal.it/index.php

Striscia di Gaza, bombardamenti israeliani contro il campo profughi di al-Bureij: 3 bambini feriti.

SCRITTO IL 2010-02-11 IN NEWS


Gaza – Infopal. Fonti all'interno dell'ospedale al-Aqsa, nel centro della Striscia di Gaza, questa mattina hanno reso noto il ferimento di tre bambini, a seguito dell'attacco dell'artiglieria israeliana diretta contro le abitazioni del campo profughi di al-Bureij.

Il dottor Mu'awiya Hassaneyn, direttore del servizio ambulanze del ministero della Sanità palestinese, ha confermato la notizia del bombardamento e del ferimento dei tre minorenni. Si tratta di Afaf Ismail At-Tarabin, 13 anni, e delle sorelline Ahlam, di 11 anni, e Muna, di 5. Tutte e tre sono state ricoverate nell'ospedale di al-Aqsa, a Gaza. 

I nostri corrispondenti hanno riferito che i carrarmati israeliani hanno lanciato almeno 15 colpi di artiglieria contro le case, mentre elicotteri militari sorvolavano l'area a bassa quota.

Ciò è avvenuto dopo che un gruppo di resistenti palestinesi sono riusciti a mettersi in salvo dal bombardamento israeliano, dopo aver sparato alcuni colpi di mortaio contro veicoli militari israeliani penetrati a est del campo profughi di al-Bureij.

I resistenti hanno sparato tre colpi di mortaio contro i corazzati e altri veicoli israeliani. Uno sembra abbia preso fuoco. I militari israeliani si sono ritirati dal posto.

Ieri, gli aerei israeliani hanno bombardato l'aeroporto di Rafah:L'aviazione da guerra israeliana bombarda l'aeroporto di Rafah.

 


Mona Mansour: la Cisgiordania è vittima del coordinamento in materia di sicurezza tra Israele e l'Anp.

SCRITTO IL 2010-02-11 IN NEWS

 

 

 

Nablus – Pic. Mona Mansour, parlamentare di Hamas nel Consiglio Legislativo Palestinese, ha affermato che la Cisgiordania è vittima del  coordinamento in materia di sicurezza tra Israele e l’Anp, a danno ed umiliazione dei palestinesi che che vi risiedono.

Queste dichiarazioni sono state rilasciate da Mansour in un’intervista concessa ad Andreas Indregard  dell’International Crisis Group (ICG), condotta lunedì nella città di Nablus dove, ha spiegato, le violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza dell’Anp contro la popolazione palestinese sono all’ordine del giorno.

Spiega Mansour nell’intervista: “Da quando Hamas ha vinto le elezioni legislative nel 2006, molti membri di Fatah – non soddisfatti dei risultati – hanno iniziato a diffondere il caos nell’area. In seguito alla rottura all’interno dell’arena politica palestinese, tale situazione è diventata disordine organizzato dalle forze di sicurezza dell’Anp”.  

Proseguendo, aggiunge che la continuazione delle detenzioni politiche in Cisgiordania ha sempre rappresentato e continua ad essere il più grosso ostacolo alla riconciliazione nazionale palestinese. Per questo è necessario porre fine alla questione.

Mansour rivela che, dopo essere stati licenziati dall’autorità di Ramallah, a causa della personale affiliazione politica e sebbene non avessero violato la legge, molti intellettuali palestinesi si sono ritrovati costretti ad emigrare.

“Infatti, all’interno della fazione di Fatah, esiste un gruppo che non ha alcun interesse nel ristabilire l’unità nazionale ed opera al fallimento di qualunque sforzo esercitato in tale direzione… tuttavia, sono sicura che la situazione attuale non durerà ancora a lungo perché noi sosteniamo che solo una reale riconciliazione tra i palestinesi rappresenti l’unica soluzione”.

Salah Al-Bardawil ha ricordato come i membri di Fatah all’interno della Striscia di Gaza, dove governa l’autorità di Hamas,  godano di piena libertà e conducono una vita normale.  

“Non è vero che nella Striscia di Gaza noi abbiamo detenzioni politiche e, a dimostrazione di questo, ricordo che, quando l’ufficiale di Fatah, Nabil Sha'ath ha chiesto al primo ministro Ismail Haniyah il rilascio dei detenuti politici di Fatah della Striscia di Gaza, Haniyah gli ha chiesto di fare dei nomi e Sha'ath non li aveva”, ha spiegato Bardawil.

Bardawil ha rimarcato che in Cisgiordania invece, sono in centinaia i detenuti di Hamas a causa della loro affiliazione al movimento e “per questo ci siamo appellati a Sha'ath, affinché inoltrasse a Mahmoud Abbas la richiesta di rilascio”.

Proprio riferendosi a questi fatti, Bardawil ha escluso qualunque riconciliazione.

Una cultura della distruzione. Mustafa Al-Kanoo, consigliere culturale di Haniyah, ha accusato l’autorità di Ramallah di diffondere una cultura della “capitolazione e della normalizzazione” con l’occupazione israeliana in Cisgiordania.

In una dichiarazione alla stampa, martedì Kanoo ha riportato che vari media hanno subito pressioni da parte dell’autorità di Ramallah al fine di contribuire alla creazione di una cultura di soggiogamento ed arresa all’occupazione.

Ha inoltre svelato che l’autorità di Ramallah avrebbe pagato molti scrittori palestinesi perché contribuissero – con penne avvelenate – alla sua agenda senza tuttavia rendere tangibile tale impresa sulla fabbrica sociale palestinese e sul futuro della questione palestinese.

Ha invece elogiato i media della Striscia di Gaza specificando come, chiunque segua i mezzi di comunicazione a Gaza, realizza che essi stanno lavorando per il futuro e per la nazione del popolo palestinese creando invece una cultura della resistenza contro l’occupazione.

Riguardo la sicurezza, il ministro degli Interni del governo palestinese di Gaza, ha affermato lunedì che non permetterà un ritorno al caos nella Striscia e si è impegnato ad indentificare ed arrestare i responsabili delle ultime esplosioni sulle sue spiagge.

Di recente si sono riportare due esplosioni nella Striscia di Gaza di cui una in prossimità di un veicolo della Croce Rossa Internazionale (ICRC).

In una breve intervista rilasciata a PIC, Ehab Al-Ghusain, portavoce del Ministro ha dichiarato: “Stiamo indagando sull’incidente e abbiamo già raccolto informazioni sufficienti per identificare ed arrestare i responsabili e consegnarli alla giustizia”.

In vari distretti della Cisgiordania, le forse di sicurezza dell’Anp ha condotto una retata contro 15 sostenitori del movimento di Hamas.

(Traduzione per Infopal a cura di Elisa Gennaro)

Striscia di Gaza, bombardamenti israeliani contro il campo profughi di al-Bureij: 3 bambini feriti.

SCRITTO IL 2010-02-11 IN NEWS


Gaza – Infopal. Fonti all'interno dell'ospedale al-Aqsa, nel centro della Striscia di Gaza, questa mattina hanno reso noto il ferimento di tre bambini, a seguito dell'attacco dell'artiglieria israeliana diretta contro le abitazioni del campo profughi di al-Bureij.

Il dottor Mu'awiya Hassaneyn, direttore del servizio ambulanze del ministero della Sanità palestinese, ha confermato la notizia del bombardamento e del ferimento dei tre minorenni. Si tratta di Afaf Ismail At-Tarabin, 13 anni, e delle sorelline Ahlam, di 11 anni, e Muna, di 5. Tutte e tre sono state ricoverate nell'ospedale di al-Aqsa, a Gaza. 

I nostri corrispondenti hanno riferito che i carrarmati israeliani hanno lanciato almeno 15 colpi di artiglieria contro le case, mentre elicotteri militari sorvolavano l'area a bassa quota.

Ciò è avvenuto dopo che un gruppo di resistenti palestinesi sono riusciti a mettersi in salvo dal bombardamento israeliano, dopo aver sparato alcuni colpi di mortaio contro veicoli militari israeliani penetrati a est del campo profughi di al-Bureij.

I resistenti hanno sparato tre colpi di mortaio contro i corazzati e altri veicoli israeliani. Uno sembra abbia preso fuoco. I militari israeliani si sono ritirati dal posto.

Ieri, gli aerei israeliani hanno bombardato l'aeroporto di Rafah:L'aviazione da guerra israeliana bombarda l'aeroporto di Rafah.

 

Abitanti di Gerusalemme fanno fallire un tentativo di colonizzazione sul Monte degli Olivi

SCRITTO IL 2010-02-11 IN NEWS

  Gerusalemme – Infopal. Mercoledì 9 febbraio, alcuni abitanti di Gerusalemme hanno fatto fallire un tentativo israeliano di impadronirsi di terreni adiacenti alla ‘colonia’ di Beit Orot, all’ingresso del quartiere di at-Tur, sul Monte degli Olivi, allo scopo di allargare il suddetto insediamento sionista.   Testimoni affermano che i residenti palestinesi hanno affrontato i coloni impedendo loro di completare l’aggressione alle terre palestinesi. Hatim ‘Abd el-Qader, che si occupa della “questione Gerusalemme” per Fatah, ha affermato: “Le terre di cui i coloni volevano appropriarsi sono registrate a nome di famiglie residenti gerosolimitane, tra cui la famiglia al-Qadmani”. Egli ha poi avvertito i coloni dal non ripetere l’aggressione, poiché i residenti palestinesi faranno fronte ad ogni nuovo tentativo di questo tipo. ‘Abd el-Qader ha poi aggiunto che si è “messo in contatto con i proprietari delle terre soggette a queste razzie, per cui già da oggi verranno presi dei provvedimenti giudiziari affinché eventi simili non abbiano a ripetersi”.

Egli ha poi affermato che “l’autorità israeliana competente per i parchi e i giardini pubblici tenta di appropriarsi di vaste porzioni di territorio nelle due aree del Monte degli Olivi e di Sawana per farne un ‘giardino erbraico’”.

Infine, l’esponente di Fatah ha sottolineato ancora che la proprietà di tutti questi terreni è regolarmente registrata, infatti i loro proprietari sono in possesso di tutti i documenti ufficiali.

Poliziotti israeliani aggrediscono un adolescente palestinese e gli rompono una gamba.

SCRITTO IL 2010-02-11 IN NEWS

Gerusalemme. Agenti israeliani in borghese hanno aggredito un diciassettenne palestinese e gli hanno rotto una gamba, poi l’hanno portato prima all’ospedale Hadassa di Gerusalemme e, successivamente, al centro di detenzione di Nitzan, a Ramle.

E' quanto hanno denunciato ieri, 10 febbraio, esponenti del Centro palestinese per i detenuti.

Il giovane si chiama Muhammad Halabiyah, residente ad Abu Dis. 

Halabiyah ha riferito all’Associazione di essere stato picchiato, poi condotto al centro di detenzione di Nitzan. Un detenuto, Ammar Qazaz, ha raccontato che quando  Halabiyah è arrivato nel carcere  era in condizioni miserevoli e in un forte stato di agitazione dovuto alle condizioni della gamba.

Qazaz ha detto che gli agenti di custodia hanno ignorato le richieste di  Halabiyah affinché venisse condotto in ospedale. Egli è invece stato lasciato in cella, ferito.

Cisgiordania, l'esercito israeliano consegna ordine di demolizione a 5 famiglie palestinesi.

SCRITTO IL 2010-02-11 IN NEWS

Jenin. All’alba di oggi, l'esercito israeliano è penetrato nella cittadina di Barta'a ash-Sharqiya, nella zona di Jenin, per consegnare a cinque famiglie palestinesi ordinanze di demolizione che riguardano sia le loro case che degli annessi agricoli. 

Un membro del Consiglio comunale di Barta’a, Tawfiq Qabha, ha affermato che queste cinque famiglie sono state svegliate nel pieno della notte, con i militari che battevano sulle porte, per essere avvisate che presto le loro case saranno tirate giù.

I cinque capifamiglia sono: Mustafa Qabha, Omar Ali, Jihad Qabha, Jum’a Qabha e Abd el-‘Aziz Abu Saleh.

Secondo l’ufficio dell’Onu che coordina le questioni umanitarie (OCHA), l’Amministrazione Civile israeliana ha consegnato, la scorsa settimana, l’ordine di cessare le attività produttive a venti strutture di proprietà palestinese ubicate nella cosiddetta Area C, poiché tali strutture sarebbero “abusive”.

Un rapporto dell’OCHA riferisce che le “ordinanze di demolizione, riguardano 14 abitazioni nelle province di al-Khalil (Hebron), Betlemme e Qalqiliya, con cento persone che così rischiano di finire in mezzo a una strada. Altri cinque edifici (compresa una clinica e una cisterna) sono a rischio di demolizione.

L’ufficio dell’Onu fa notare che solo nel  2010, 37 strutture di proprietà palestinese nella cosiddetta Area C sono state demolite, rendendo così 109 palestinesi senzatetto, mentre nel 2009 la media mensile era di 16 edifici demoliti, con 27 persone senzatetto.

La cittadina di Barta'a ash-Sharqiya si trova in Cisgiordania, però dalla parte occidentale del Muro dell’apartheid. Ai suoi residenti, in possesso di carte d’identità “verdi” della Cisgiordania, è proibito entrare sia in Israele che a Gerusalemme, e devono passare da un check-point per accedere a Jenin. Molte terre agricole della cittadina sono state annesse (rubate, nde) dalle vicine ‘colonie’ di Rehan e Shaqed.

 

 

 

M. O.: POLIZIOTTO PALESTINESE UCCIDE ISRAELIANO A UN SEMAFORO

(AGI/AFP) – Gerusalemme, 10 feb. – Un ufficiale di polizia palestinese ha accoltellato a morte un israeliano in Cisgiordania. Ne ha dato notizia l'esercito, aggiungendo che la vittima era ferma a un semaforo alla guida di un veicolo alle porte di Nablus. Dopo l'aggressione l'israeliano e' stato trasportato in ospedale israeliano, dove e' morto. Non e' ancora chiaro se la vittima era un civile o un militare. La sicurezza palestinese ha identificato l'assassino come Mohammed al-Khatib, un ufficiale di polizia di Jenin. (AGI) Zec

 

http://www.confinionline.it/index.aspx

Parte “Cuore della Lunigiana” per i bimbi di Betlemme 

TASK- FORCE DELLA FRATELLANZA PER I BIMBI DI BETLEMME

Medici, terapisti, volontari: parte dalla Lunigiana la “task-force della fratellanza” per i bimbi di Betlemme. È stato presentato ad Aulla (MS) il progetto benefico internazionale “Cuore della Lunigiana”, un progetto che vede l’azione congiunta e paritaria di quattro realtà associative operanti nella “Terra di Luni” (microregione che comprende aree geografiche della Toscana, della Liguria e dell’Emilia Romagna) e che nasce da una richiesta di aiuto da parte de “La Crèche della Santa Famiglia”, struttura di accoglienza per bimbi orfani e portatori di handicap in Betlemme. 

Un appello prontamente raccolto da Don Roberto Turini, parroco in Quercia di Aulla e guida dell’associazione umanitaria “Quercia d’oro”, che ha dato vita alla prima stesura del progetto in collaborazione con l’Associazione Genitori A.Ge. “Alice e Flavio” e “Amici di Elsa”, presieduta da ‘mamma coraggio’ Manuela Bondielli, organismi entrambi molto noti in Lunigiana per l’intensa attività a favore dell’infanzia. Il “Cardinal Ferrari”, importante centro riabilitativo di Fontanellato (PR) diretto dal dottor Antonio De Tanti, si è in seguito aggiunto al team iniziale, mettendo a disposizione personale medico qualificato al fine di formare terapisti in Terra Santa. E così lunedì 8 febbraio una delegazione delle associazioni comprese nel progetto è partito alla volta di Betlemme per incontrare gli oltre cento bambini che vivono a “La Crèche”. 

Un viaggio della speranza che ha richiesto un lavoro preparatorio complesso e laborioso, mirabilmente svolto da Nilla Luciani, membro del direttivo dell’A.Ge. aullese, che ha contattato personalmente le massime Autorità in Terra Santa “Affinché l’aiuto che intendiamo portare -sottolinea Luciani- possa essere esteso a tutti i piccoli bisognosi senza alcun tipo di pregiudizio, sia politico che religioso”. 

La presidente dell’Associazione Genitori di Aulla, Marina Pratici, ringrazia il Prefetto di Massa Carrara, Giuseppe Merendino, il Direttore Generale dell’ASL 1, Antonio Delvino, la Regione Toscana, la Provincia di Massa Carrara, la Comunità Montana della Lunigiana, il Comune di Aulla, la Fondazione “Mare Nostrum”, per il significativo sostegno offerto. “Un ringraziamento particolare -conclude Pratici- alla presidente A.Ge. Toscana, Rita Manzani Di Goro, per la vicinanza ed il concreto supporto in quest’iniziativa che farà battere il grande ‘Cuore della Lunigiana” a Betlemme’.

 

http://www.ansa.it/

Mo: raid a Gaza, ucciso miliziano Hamas

Colpi d'artiglieria feriscono 3 bambini palestinesi

11 febbraio, 11:20 (ANSA) – TEL AVIV, 11 FEB – Un miliziano islamico di Hamas e' stato ucciso e almeno altri 2 sono rimasti feriti nel corso di un'incursione aerea israeliana a Gaza. Il raid ha seguito di poche ore i lanci dei proiettili di mortaio, cui l'artiglieria israeliana schierata al confine aveva gia' risposto al momento, ferendo 3 bambini palestinesi. Secondo l'agenzia palestinese Maan, i feriti appartengono a un'unica famiglia. Si tratta di un bambino di 13 anni e di due sue sorelline di 11 e 5, tutti ricoverati in ospedale.

 

 

http://notizie.virgilio.it/

M.O./ Sventato rapimento Hamas di un militare israeliano

Militante Hamas arrestato lo scorso 12 dicembre

Roma, 11 feb. (Apcom) – I servizi di sicurezza israeliani hanno arrestato nello scorso dicembre un militante di Hamas che si era infiltrato nello Stato ebraico allo scopo di rapire un militare, ucciderlo e negoziare la riconsegna del corpo.

Come riporta il quotidiano israeliano Ha'aretz, l'arresto è stato effettuato il 12 dicembre scorso, mentre erano in corso i negoziati fra Hamas e Israele per il rilascio di Gilad Shalit, il militare rapito dalle milizie palestinesi nel giugno del 2006.

L'uomo, identificato come Salman Abu Atik, aveva cercato di entrare in Israele attraverso la frontiera egiziana dopo aver lasciato la Striscia di Gaza attraverso uno dei tunnel utilizzati per il contrabbando.

 

 

http://www.arabmonitor.info/?lang=it

 

 

Erano in dieci gli assassini di Mahmoud al Mabhouh

 

Dubai, 11 febbraio – Stando alla francese Intelligence Online, sono state dieci le persone che hanno partecipato all'assassinio di Mahmoud al Mabhouh, l'esponente di Hamas ucciso il mese scorso nella sua camera d'albergo a Dubai. Tra loro c'erano anche tre donne. Tutti gli assassini avevano passaporti europei.

Al Mabhouh sarebbe stato prima immobilizzato con delle scosse elettriche, quindi gli sarebbe stato iniettato del veleno per nascondere la causa del decesso. Le autorità del Dubai avrebbero richiesto l'assistenza da parte dell'Egitto, della Giordania e dall'Interpol, escludendo dall'inchiesta il movimento di resistenza islamico palestinese Hamas. 

 

La potenza economica dietro il terrore

Arriva in libreria il saggio “Radical, Religious, Violent” di Eli Berman che invita a non concentrare l’attenzione sulla figura “antropologica” del terrorista-kamikaze.

Per capire l’èra del terrorismo diffuso, sostiene l’autore, è più importante guardare alla vasta trama di appoggi finanziari e agli enormi mezzi economici di Al Qaeda, Hamas, Hezbollah.

 

http://www.blitzquotidiano.it/

Medio Oriente, raid israeliano a Jenin contro casa attentatore

Il raid si è concluso con alcuni fermi, interrogatori e la notifica di un provvedimento di demolizione della casa dell'assassino, secondo un'abituale procedura ritorsiva – L'attentatore, Mohammad Khatib, è stato arrestato nell'imminenza del fatto

Unità militari di Israele hanno compiuto nelle prime ore dell’11 febbraio un raid a Jenin (Cisgiordania) contro la casa della famiglia dell’attentatore palestinese che ieri 10 febbraio ha accoltellato a morte un sergente dell’esercito israeliano, fermatosi a un incrocio a bordo di un fuoristrada durante un servizio di pattuglia vicino alla colonia di Tapuach.

Il raid si è concluso con alcuni fermi, interrogatori e la notifica di un provvedimento di demolizione della casa dell’assassino, secondo un’abituale procedura ritorsiva. L’attentatore, Mohammad Khatib, è stato arrestato nell’imminenza del fatto. Si tratta di un ufficiale dei servizi di sicurezza palestinesi che – stando ai primi risultati delle indagini israeliane riportati dal sito Ynet – avrebbe “agito da solo”. La vittima, un sottufficiale arabo-israeliano di origini druse che paradossalmente aveva lo stesso cognome di chi lo ha ucciso – Ihab Khatib (28 anni) -, sarà sepolta oggi nel cimitero militare di Maghar, suo villaggio natale. Ihab Khatib è il primo israeliano ucciso nella Cisgiordania occupata dall’inizio del 2010, il secondo negli ultimi tre mesi.

Il ministro per lo Sviluppo Regionale, Silvan Shalom, ha accusato i vertici della stessa Autorità nazionale palestinese (Anp), e in particolare il premier moderato Salam Fayyad, di essere in qualche modo corresponsabili dell’accaduto per aver rialzato negli ultimi mesi il tono della retorica politica contro Israele. Fayyad non ha replicato, ma ha condannato formalmente l’uccisione del sottufficiale in una nota nella quale si assicura che l’Anp «intende continuare a prendere tutte le misure necessarie per evitare il ripetersi di episodi simili, contrari agli interessi nazionali palestinesi oltre che agli obblighi assunti dall’Anp».


(*) Presidente associazione editrice Infopal 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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