Revocato diritto di soggiorno a palestinese nato e cresciuto a Gerusalemme

Gerusalemme/al-Quds – WAFA. Secondo quanto affermato da un centro per i diritti con sede a Gerusalemme, le autorità d’occupazione israeliane hanno revocato lunedì il diritto di residenza a Gerusalemme a un nativo palestinese, in base alla cosiddetta legge sulla “violazione della fedeltà”.

Ziad Hammouri, direttore del Centro di Gerusalemme per i diritti sociali ed economici, con sede nella Gerusalemme Est occupata, ha dichiarato a WAFA che il consulente legale del governo israeliano ha dato lunedì la sua approvazione definitiva per il ritiro del diritto di residenza di Salah Hammouri, 36 anni, avvocato palestino-francese, nato e cresciuto a Gerusalemme, dove ha vissuto tutta la sua vita, con la giustificazione che non ha dimostrato la sua fedeltà allo stato occupante, Israele.

A settembre dello scorso anno, fu detto a Salah che il ministero degli Interni israeliano era in procinto di revocare il suo diritto di residenza nella città santa, a causa del suo attivismo politico contro lo stato israeliano.

Salah Hammouri trascorse sette anni nelle carceri israeliane per la sua resistenza pacifica all’occupazione israeliana, e in seguito gli fu vietato di viaggiare o di entrare in Cisgiordania. Sua moglie, cittadina francese, fu espulsa nel 2016 e costretta a vivere con i due figli lontano dal marito.

L’Associazione Addameer per il supporto ed i diritti umani dei prigionieri ha dichiarato in un tweet che la decisione israeliana di revocare il diritto di soggiorno a Salah Hammouri, che ha lavorato come uno dei suoi avvocati, è basata sulle raccomandazioni dei precedenti arresti di Salah ed altre “informazioni segrete”. Tale decisione, inoltre, ha lo scopo di “dissuadere altri dal violare la [legge per la] fedeltà allo Stato di Israele”.

L’Associazione ha affermato che “le politiche di residenza, incorporate nel regime israeliano di dominazione e oppressione razziale, sono progettate per mantenere un pericoloso status legale per i palestinesi nella Gerusalemme Est e per sostenere una maggioranza demografica israelo-ebraica nella città”.