Watchdog esorta a indagare le organizzazioni caritative ebraiche su attività “politiche”

MEMO. Gli attivisti pro-palestinesi hanno chiesto all’ente di beneficenza, la Charity Commission, di avviare un’indagine urgente sulle attività di un gruppo di pressione pro-sionista dopo aver accusato falsamente i manifestanti anti-israeliani di estremismo, razzismo e intimidazione durante una recente manifestazione di protesta.

Il Community Security Trust ha tentato di trasformare quella che era una pacifica protesta anti-israeliana contro la presenza dell’ambasciatore israeliano nel Regno Unito, Tzipi Hotovely, ad un evento universitario, il mese scorso, in un’allerta per l’antisemitismo.

Il CST è un ente di beneficenza registrato creato per “fornire sicurezza, protezione e consulenza alla comunità ebraica nel Regno Unito”. Tuttavia, piuttosto che servire a tale scopo, si impegnerebbe abitualmente in attività politiche volte a proteggere lo stato di Israele da critiche e censure.

L’ultima prova è arrivata in un dibattito ospitato dalla London School of Economics Debating Society martedì 9 novembre 2021. Una protesta pacifica ha attirato decine di studenti, e non solo, di ogni provenienza, con il desiderio di esprimere la loro opposizione al razzismo israeliano e alle politiche di espropriazione delle terre e di oppressione da oltre 70 anni.

Sebbene l’evento si sia svolto pacificamente senza alcun arresto, da allora il CST ha fatto accuse infondate sul presunto antisemitismo tra i manifestanti e sulla minaccia che questo tipo di proteste rappresenta per gli studenti ebrei, fondendo deliberatamente l’attività anti-israeliana con l’antisemitismo. Il CST ha fatto sempre più affidamento su questa falsa equivalenza per demonizzare gli attivisti anti-israeliani, cercando di danneggiare la loro credibilità usando l’accusa di razzismo.

La lettera ricorda alla Commissione di beneficenza il suo trattamento differente nei confronti delle organizzazioni di beneficenza ebraiche e musulmane. Negli ultimi anni il Watchdog si è preoccupato di ricordare alle organizzazioni di beneficenza musulmane di evitare di prendere posizione sulla questione palestinese, ma sembra che abbia dato al CST un lasciapassare gratuito per sostenere Israele, usando metodi anche subdoli.

I firmatari chiedono alla Charity Commission di avviare un’indagine sul CST che, secondo loro, ha violato il codice sugli enti di beneficenza impegnati in attività politiche, diffondendo l’odio razziale e l’obbligo di rimanere imparziali. La lettera completa può essere letta qui.

Il presidente dell’IHRC Massoud Shadjareh ha dichiarato: “Sembrerebbe che agli occhi del CST non ci sia un buon pro-palestinese e tutti coloro che si oppongono alla sottomissione dei palestinesi da parte di Israele possano legittimamente essere demonizzati. Quest’ultimo episodio evidenzia ancora una volta come il CST si comporti principalmente come un apologeta per l’apartheid e la brutale occupazione illegale”.

(Foto: l’ambasciatrice israeliana nel Regno Unito Tzipi Hotovely lascia Downing Street 10, a Londra, Regno Unito, il 23 novembre 2021 [Wiktor Szymanowicz/Anadolu Agency])

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi