Centinaia di pescatori di Gaza denunciano in un sit-in le aggressioni israeliane

Gaza – Wafa'. Centinaia di pescatori palestinesi hanno preso parte mercoledì scorso un sit-in organizzato dal sindacato dei comitati agricoli di fronte alla sede delle Nazioni Unite a Gaza, condannando la politica israeliana contro la categoria e chiedendo la fine dell'assedio su Gaza.

Saad Addin Zeyadeh, attivista del sindacato, riferisce: “Vogliamo far sentire la nostra voce all'Onu, per porre fine alle ingiustizie patite dai pescatori. E' ora che il governo israeliano si comporti come un governo rispettoso della legge e risponda dei suoi crimini”.

I partecipanti al sit-in hanno adottato lo slogan “Nonostante il maltempo, l'assedio, gli omicidi e la distruzione, la pesca non si fermerà”. Essi hanno condannato le politiche israeliane e hanno affermato il proprio diritto ad esercitare l'attività ittica, sottolineando anche che non l'abbandoneranno nemmeno di fronte agli orrori e agli attacchi che subiscono quotidianamente.

“Sono aggressioni che hanno lo scopo di allontanarci dalla pesca e costringerci all'accattonaggio”.

I presenti hanno inoltre esibito cartelli sui quali si leggevano i seguenti messaggi:

“Abbiamo il diritto di esercitare il nostro lavoro senza paura e intimidazioni”;

“Ci appelliamo alla comunità internazionale perché fermi le aggressioni israeliane contro i pescatori”;

“Lunga vita alla determinazione dei pescatori palestinesi”;

“No al blocco politico e alle punizione collettive imposte da Israele contro il popolo palestinese”.

Il comitato di rappresentanza dei pescatori e il sindacato hanno inviato una lettera al segretario Onu, Ban-Ki-moon, con la richiesta di fermare le ingiustizie contro i pescatori a Gaza.
Nella lettera si chiede a Ban-Ki-Moon di intervenire per fermare le brutali pratiche israeliane contro i pescatori palestinesi: uso di armi, omicidi, l'affondamento e la confisca delle loro barche così come la privazione del diritto di lavorare, derivante dall'ingiusto assedio che ne limita l'area d'accesso in mare per la pesca a 3 miglia nautiche.

La lettera intende fare in modo che Israele osservi politiche, trattati e leggi internazionali, perché i pescatori possano vivere decentemente e avere la possibilità di esercitare il proprio lavoro senza alcuna paura, né intimidazione.

Il sit-in è parte del progetto Right to Life fondato dal Norwegian People Aid (NPA) e seguito dal sindacato dei comitati agricoli.

Israele ha ristretto a 1.500 metri l'accesso ai palestinesi sui confine tra Israele e la Striscia di Gaza, le aree di pesca a 3km dalla costa, creando ostacoli alla vita di migliaia di persone nella Striscia di Gaza.

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