Conferenza popolare dei palestinesi all’estero chiede al vertice arabo di sostenere Gaza e fermare le aggressioni

Riyadh. La Conferenza popolare per i palestinesi all’estero ha chiesto che il vertice arabo che si terrà sabato nella capitale saudita, Riyadh, sostenga la resistenza e fermi l’aggressione contro la Striscia di Gaza.

Nella sua lettera, di cui Quds Press ha ricevuto una copia venerdì, la conferenza si è rivolta ai leader arabi affinché chiedano “un immediato cessate il fuoco a Gaza dopo che questa ingiusta aggressione ha provocato decine di migliaia di morti e feriti, la maggior parte dei quali bambini, donne e anziani. Ha causato la distruzione totale delle infrastrutture di Gaza e dei bisogni primari, come elettricità, acqua, cibo e medicine, nonché di decine di migliaia di unità abitative, edifici governativi, strutture sanitarie e scolastiche e di rifugiati. Queste azioni hanno sviluppato un vero e proprio disastro umano su larga scala”.

La conferenza ha inoltre esortato il vertice a “lavorare per l’apertura immediata e permanente di tutti i valichi di Gaza e, in particolare, quello di Rafah con l’Egitto, per consentire l’ingresso di tutte le forniture di soccorso e di aiuto e dei prodotti urgentemente necessari per più di due milioni di persone assediate a Gaza, che stanno soffrendo una grave carestia e lo sfollamento dalle loro case nei campi profughi e negli ospedali, che vengono bombardati quotidianamente”, aggiungendo che il vertice deve esprimere “l’assoluto rifiuto di tutti gli appelli e i tentativi di sfollamento parziale o completo, temporaneo o permanente, del popolo palestinese di Gaza in qualsiasi altro territorio o Paese”.

La lettera esorta i leader arabi a fare un “un fermo appello per la cessazione di tutte le aggressioni contro i luoghi santi palestinesi musulmani e cristiani. In particolare, le invasioni quotidiane nella moschea di al-Aqsa da parte dei coloni, il controllo dell’amministrazione e della gestione dell’accessibilità e della logistica all’interno del santuario e la cessazione dei processi di divisione temporale e spaziale della moschea di al-Aqsa”.

Nella sua lettera, la Conferenza popolare per i palestinesi all’estero ha esortato i leader arabi a rifiutare la “la demonizzazione della resistenza palestinese a Gaza e in Palestina in generale e l’etichettatura come terroristi al posto di combattenti per la libertà, che cercano di difendere la loro terra ed il loro popolo, che è un diritto garantito da tutte le leggi e i trattati internazionali”.

La lettera chiede, inoltre, ai leader di “preparare e intentare cause giudiziarie presso i tribunali internazionali competenti contro i leader politici e militari dell’occupazione per aver commesso atrocità e genocidio contro l’umanità ed il popolo di Gaza”, oltre a “congelare e annullare tutti i trattati e gli accordi bilaterali con il regime sionista ed espellere i suoi ambasciatori e funzionari ovunque si trovino nel mondo arabo e musulmano”.

“La situazione a Gaza e in Palestina in generale sta raggiungendo uno stato pericoloso e senza precedenti e l’attuale aggressione e le atrocità che sono pienamente sostenute dagli Stati Uniti d’America e dai Paesi occidentali non hanno come unico obiettivo la Palestina ed il suo popolo. Il loro obiettivo è la sicurezza e la stabilità delle nazioni e dei Paesi arabi e musulmani. Questa intenzione è stata esplicitamente espressa dal ministro del gabinetto sionista quando ha incoraggiato a bombardare Gaza con una bomba nucleare, oltre alle dichiarazioni dei vari think tank e strateghi che discutono lo spostamento del popolo palestinese nei Paesi vicini”, ha aggiunto la conferenza.

(Fonti: Quds Press, MEMO).

(Foto: [Mustafa Kamacı – Anadolu Agency]).

Traduzione per InfoPal di F.L.