L’Egitto nega le affermazioni israeliane secondo cui starebbe ostacolando l’entrata di aiuti a Gaza 

Il Cairo – MEMO. Il Servizio d’informazione dello Stato egiziano ha smentito le affermazioni di Israele presso la Corte internazionale di giustizia (ICJ), secondo cui il Cairo starebbe ponendo ostacoli all’invio di aiuti nella Striscia di Gaza assediata, nel corso della devastante guerra di Israele contro l’enclave.

“Il più grande ostacolo all’ingresso degli aiuti e al loro arrivo in quantità sufficienti nella Striscia di Gaza da 100 giorni è causato dall’intransigenza intenzionale delle Autorità d’occupazione israeliane che controllano gli altri valichi della Striscia”, ha dichiarato domenica il SIS in un comunicato.

Israele, che controlla militarmente Gaza, sta ritardando l’ingresso degli aiuti a Gaza attraverso prolungati processi di ispezione delle spedizioni di aiuti, ha spiegato l’Egitto.

Il capo del SIS, Diaa Rashwan, ha dichiarato che negli ultimi 100 giorni, l’Egitto ha fatto ogni sforzo per portare avanti l’ingresso di aiuti umanitari e di soccorso nella Striscia, nel tentativo di essere al fianco dei palestinesi durante le catastrofiche condizioni umanitarie che stanno vivendo a causa di questa aggressione.

Ha aggiunto che l’ingresso di aiuti dall’Egitto attraverso il valico di Rafah incontra molti ostacoli, non ultimo il fatto che il valico non è designato né strutturalmente preparato per l’ingresso di merci, essendo destinato solo alle persone. L’Egitto, ha proseguito, sta lavorando per superare questo ostacolo.

Ha spiegato che l’esercito israeliano ha bombardato almeno quattro volte le strade che portano al valico dal lato palestinese, impedendo la circolazione dei camion degli aiuti. L’Egitto ha lavorato per riparare le strade danneggiate, ha aggiunto.

Ha inoltre sottolineato che nei 100 giorni trascorsi dall’inizio dell’aggressione israeliana, 7 mila tonnellate di aiuti medici sono entrate a Gaza attraverso il valico di Rafah, oltre a 50 mila tonnellate di aiuti alimentari, 20 mila tonnellate di acqua, mille tende, 11 mila tonnellate di altri materiali di soccorso e 88 nuove ambulanze.

Oltre 4 mila tonnellate di carburante e gas per uso domestico sono state inviate alla Striscia durante questo periodo, su 9 mila camion che hanno attraversato il valico di Rafah verso la Striscia di Gaza durante i 100 giorni.

Rashwan ha confermato che il valico non è mai stato chiuso e che l’Egitto ha ricevuto da Gaza 1.210 feriti e malati da curare, insieme a circa 1.085 loro parenti, oltre a facilitare il passaggio di 23 mila palestinesi, cittadini stranieri e doppi cittadini, e 2.623 egiziani bloccati nella Striscia di Gaza.

A pochi giorni dall’inizio della brutale campagna di bombardamenti israeliana su Gaza, i gruppi per i diritti hanno riferito che Israele ha minacciato di bombardare i camion degli aiuti che entrano nell’enclave per alleviare la situazione umanitaria. I camion sono stati visti fare inversione a U per tornare al sicuro lontano dal valico di Rafah.

Le spedizioni di aiuti destinate a Gaza devono sottoporsi a un macchinoso processo di ispezioni israeliane e altri ostacoli stanno rallentando l’ingresso degli aiuti a Gaza, hanno dichiarato i senatori statunitensi dopo aver visitato il valico di Rafah all’inizio del mese. Il sistema è “totalmente distrutto”, hanno aggiunto.

“Quello che mi ha colpito ieri sono stati i chilometri di camion bloccati. Non siamo riusciti a contarli, ma erano centinaia”, ha dichiarato il senatore Jeff Merkley.

I convogli di aiuti hanno riferito che i loro carichi sono stati rifiutati perché le scatole sono più grandi di 1-2 centimetri rispetto alle norme israeliane, costringendoli a re-imballare tutti gli articoli per soddisfare le specifiche, un processo che richiede molto tempo, in un momento in cui ogni minuto potrebbe significare salvare vite umane grazie a forniture vitali.

(Foto:  [İssam Rimawi – Anadolu Agency]).