Peace Now: Israele approva nuove case di coloni in Cisgiordania

Gerusalemme – AFP. Domenica, la Ong israeliana Peace Now, ha riferito che il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha approvato la costruzione di 294 nuove case nell'insediamento cisgiordano di Beitar Ilit.

L'annuncio di Peace Now è stato diramato mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu era a Washington per partecipare al congresso americano della potente lobby pro-Israele, l'American Israel Public Affairs Committee (AIPAC).

La Ong ha dichiarato che Barak ha approvato anche la costruzione di un centro commerciale e di alloggi per anziani, sempre nell'insediamento illegale di Efrat.

L'associazione non ha però potuto affermare con certezza quando Barak ha firmato i due progetti.

In risposta alle richieste di AFP, il ministro della Difesa ha rilasciato una brave dichiarazione: “Da quando è terminato il periodo di blocco delle costruzioni, sono stati approvati soltanto un paio di permessi edilizi per le comunità che vivono negli insediamenti”.

Le trattative di pace tra Israele e Palestina sono sospese dalla fine di settembre-inizio ottobre, quando l'accordo del parziale congelamento degli insediamenti israeliani è scaduto e Netanyahu non lo ha rinnovato.

Domenica, Peace Now ha affermato che da quando la moratoria è stata revocata, i coloni hanno intrapreso la costruzione di circa 2.000 case in 75 insediamenti diversi.

Mentre il presidente Barack Obama, giovedì, stava pronunciando il discorso in cui chiedeva ad Israele di effettuare il completo ritiro dalle terre occupate nel 1967 (durante la guerra dei Sei Giorni), un comitato di governo approvava più di 1500 case per soli ebrei nella Gerusalemme Occupata (Gerusalemme Est).

Peace Now ha definito la decisione “non solo di un infelice tempismo, ma frutto di una penosa e miserabile politica”, affermando anche che essa è un chiaro messaggio agli americani.

I palestinesi hanno insistito sul fatto che, fino a quando Israele costruisce e vive su terre che essi vogliono come futuro stato e fintanto che il governo israeliano provoca feroci critiche internazionali per la sua politica d'insediamento, essi non si apriranno a nuove negoziazioni e trattative. 

 

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