InfoPal. Di Angela Lano. Ciò che sta succedendo in questi giorni, a livello mediatico mainstream e social, e nella realtà sul campo palestinese – genocidio e pogrom della popolazione autoctona nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania – è davvero apocalittico, o da “fine dei tempi”.
Nei media di massa italiani, ma diremo occidentali in generale, troviamo un livello di propaganda, di odio, di disinformazione, di fake che supera quello raggiunto dal 2020 al 2022 per altra situazione sempre creata dal Potere egemonico internazionale: programmi tv spazzatura che prendono di mira i Palestinesi, la legittima Resistenza (prevista e sancita dall’ONU per tutti i popoli colonizzati e oppressi), i musulmani e chiunque ne sostenga i diritti. In TV vengono invitati studiosi e accademici di spicco e attivisti o rappresentanti delle comunità arabe o musulmane soltanto per metterli alla gogna, per sbeffeggiarli, per accusarli di sostenere i “terroristi”, per rivolgere loro domande insidiose quanto imbecilli. Ne viene messo uno al centro dello studio che viene poi circondato da belve parlanti, completamente ignoranti su storia, geopolitica, diritti umani, ecc., che gridano come fossero al mercato e l’argomento non fosse il genocidio in Palestina ma il prezzo della frutta.
Alcuni, pochi, giornali e programmi, che nei tre oscuri anni appena passati, si sono distinti per una onesta informazione contro-corrente (forse, a questo punto, viene da dire che lo hanno fatto perché sapevano di avere un certo bacino di pubblico tra dissidenti ed eretici e l’hanno sfruttato) si sono lanciati nelle loro campagne di odio contro Palestinesi, Resistenza palestinese e musulmani in generale, inventando un pericolo da “invasione di terroristi islamici” dai barconi nel Mediterraneo, solo per scatenare paure, fobie e nuove “caccia alle streghe”.
Molti Palestinesi in Italia stanno ricevendo minacce, insulti; i loro social e le loro email sono bersagliate con pesanti attacchi e minacce di morte (di cui qualcuno dovrebbe prendersi carico e indagare); siti e agenzie di informazione sulla Palestina sotto sotto attacco hacker, e le loro pagine social sono censurate, bloccate o depotenziate.
Guerra mediatica su tutti i fronti.
Tuttavia, come se ciò già non bastasse, anche il cosiddetto mondo “progressista“, dell’alternativa, della dissidenza da totalitarismi globali vari, della sinistra “anti”, come abbiamo già scritto in queste settimane (1), si è completamente, o quasi, appiattito al mainstream nella visione suprematista e razzista contro la Resistenza palestinese di matrice islamica, come quella di Hamas, che sta conducendo, insieme a tutte le altre fazioni palestinesi, comprese le laiche e di sinistra, la battaglia contro il colonialismo sionista israeliano, chiamata Operazione Ciclone Al-Aqsa, dal nome dell’antico e bellissimo complesso di Al-Aqsa (2) a Gerusalemme, sotto il quale Israele millanta un Tempio inesistente (3), e che è minacciato di demolizione da parte del governo coloniale israeliano (4).
Gli “alternativi”, dunque, dicevamo, stanno diffondendo tra loro fake, rinforzando e confermando a vicenda la narrazione, grazie alle notizie che attingono da account Telegram o siti di “contro-info”, spesso emanazione di think tank occidentali. Si dicono e si credono “informati” sul “sostegno USA e di Israele” a Hamas e cose simili, che sviliscono, degradano e infine asfaltano moralmente la Resistenza palestinese. Purtroppo anche il bravissimo, Mazzucco, riportando da Haaretz, ripete il mantra di Hamas e Israele in joint-venture.
Per cercare di arginare anche questa situazione incresciosa, si passano ore a spiegare a queste, tante, persone che credono di informarsi in siti di “contro-info”, che quello che leggono sono fake, o meglio, verità mescolate a menzogne, tipica tecnica del Potere egemonico (5) per continuare a mantenere gli umani nella “gabbia del criceto” o nell’arena dei giochi.
Si tratta di “informazioni” che mescolano, esattamente come nel mainstream, fatti a fattoidi (invenzioni, bugie, notizie non verificate e da fonti non chiare, ecc.), menzogne a realtà, creando un brodo pericoloso e confuso volto a disorientare ulteriormente il lettore e convincerlo di avere in mano una chiara visione di ciò che sta accadendo, quando, invece, è un altro velo di Maya calato sui suoi occhi.
Tuttavia, c’è di più: non è solo una questione di disinformazione presente anche nel mondo del “contro-corrente”, ma di pregiudizio anti-islamico, di suprematismo, di razzismo. “Eh, tutte quelle donne velate!”, “tutti quei ragazzi che gridano slogan!”, “Ma Hamas è un’organizzazione islamica”, “Hamas è finanziata dalla CIA”, “Hamas è come al-Qaeda”, “Hamas è come l’ISIS”, “Hamas è stata creata da Israele”, e altre scempiaggini simili, attinte, appunto, sia dal mainstream sia da siti-specchietti per le allodole che puntano a far convergere le greggi dissidenti dentro il più ampio e già ben sovraffollato recinto di umani manipolati e manipolabili.
Sembra che, da tutti i lati, ci sia la volontà di degradare le resistenza palestinese, la cui forma, “pelle” (6), non è gradita al pensiero occidentale.
Il fatto che anche chi, in questi anni di totalitarismi vari, di OGM da tutte le parti, di guerra NATO alla Russia per interposta Ucraina (ora finita nel silenzio mediatico totale, con grande disappunto dell’attore in felpa militare), sia caduto nella disinformazione israelo-occidentale, trasformando i combattenti della Resistenza palestinese in pericolosi terroristi, assimilati alle formazioni di al-Qaeda e dell’ISIS/Daesh (create dalla CIA in collaborazione con altri servizi di intelligence), la dice lunga su pregiudizi e occidentocentrismo colonialista mai elaborati e superati anche nel mondo della sinistra o dell'”alternativa al Sistema”. Per costoro, i Palestinesi dovrebbero chiedere all’Occidente chi eleggere come propri rappresentanti e chi sostenere come combattenti nella resistenza al colonizzatore israeliano, così da poter essere accettabili e accettati socialmente. Sulla loro pelle più scura dovrebbero mettersi una bella maschera bianca (6), o dovrebbero accettare anche la colonizzazione del loro pensiero (già presente, purtroppo, in diversi intellettuali e e giornalisti mediorientali che usano lo stesso linguaggio del colonizzatore occidentale).
Fuoco amico.
Allora, con sempre meno pazienza, si risponde agli “informati” dagli account “alternativi” di cercare informazioni veritiere su agenzie e siti indipendenti, che attingono notizie da fonti primarie, dirette, sul campo, che hanno analisti dal pensiero decolonizzato o mai colonizzato e fuori da interessi di grandi corporazioni anche sotto mentite spoglie.
Diciamola tutta: in sintesi, sotto sotto, i progressisti, gli alternativi, i radical al caviale, quelli che si informano nei siti trendy dell’alternativa sono e rimangono, nella sostanza, islamofobici e razzisti, come quelli ai quali credono di opporsi.
Sono empatici con i popoli oppressi quando questi continuano a farsi schiacciare e rimangono nel posto dove il colonialismo occidentali li ha messi, ma se si ribellano, ecco che sono brutti e paurosi e vanno subito etichettati.
Hamas, Hamas, terroristi, finanziati dagli USA, sostenuti da Israele. La fonte? I giornali israeliani. Ma visto che a rilanciarlo sono siti e giornali accreditati nel mondo dell’alternativa, quella che sta dall’altra parte, ma sempre nel recinto o nella gabbia del criceto, tutti i “complottari” gli vanno dietro.
Verrebbe da dire: andate voi sotto le bombe a scegliere quale fazione palestinese deve difendervi dagli attacchi brutali di un esercito genocida.
Uno sguardo d’insieme su ciò che sta accadendo ci fa capire come il mondo occidentale unipolare, in rapido declino verso uno scenario multipolare, non ha spazi di vera alternativa, se non quella pilotata, e di reale libertà di pensiero priva di suprematismo razzista e coloniale.
Gli occidentali hanno bisogno di decolonizzare il proprio pensiero, di ripulire la Coscienza da strati e strati di manipolazione e pregiudizio, altrimenti finiranno nelle cantine della Storia, perché il mondo che sta nascendo non può inglobare nulla del vecchio, fetido, colonizzatore.
Note.
(1) Si leggano gli approfondimenti qui.
(2) Al-Masjid al-Aqsā/Moschea al-Aqsa/Haram ash-Sharif, che include la Jāmiʿ al-Aqsā/Musallā al-Qiblī e la Cupola della Roccia/Qubbat as-Sakhra.
(3) Inesistente dal punto di vista architettonico: gli archeologi israeliani non hanno mai trovato alcuna traccia.
(4) Si leggano le notizie qui.
(5) Si legga il documentatissimo libro di Paolo Rumor, “L’altra Europa”, con un capitolo dedicato a queste tecniche, o, tra gli altri, “La psicologia delle folle”, di Gustave Le Bon, o “Psicologia del totalitarismo”, di Mattias Desmet.
(6) Frantz Fanon, “Pelle nera, maschere bianche”.