Infanticidio come pulizia etnica: distruggere la discendenza palestinese fin dalle origini

InfoPal. Il portavoce dell’UNICEF ha affermato: “Le statistiche quotidiane sull’uccisione di bambini a Gaza sono terribili (…) Le morti infantili a causa della siccità a Gaza rappresentano una minaccia crescente”. L’Unicef da settimane sostiene che il vero costo di quest’ultima escalation si misurerà in vite di bambini – quelli persi a causa della violenza e quelli che ne saranno cambiati per sempre.

Dopo tre settimane, il bilancio devastante si sta rapidamente aggravando con gravi violazioni dilaganti commesse contro i bambini. 

Secondo i dati del ministero della Salute di Gaza, dall’inizio dell’aggressione israeliana al 31 ottobre, sono stati uccisi 3.648 bambini e 2.290 donne, con oltre 6.300 bambini feriti. Ciò significa che più di 420 bambini vengono uccisi o feriti a Gaza ogni giorno – un numero che dovrebbe scuotere ognuno di noi nel profondo.

Il numero di bambini uccisi a Gaza in tre settimane ha superato quello dei bambini uccisi ogni anno in 20 Paesi per tre anni: questo permette di farci un’idea della drammaticità di questo fenomeno. Il direttore del complesso medico Al-Shifa a Gaza ha dichiarato: “Potremmo annunciare gravi morti entro poche ore se il principale generatore di elettricità del complesso si ferma”.

Atef Al-Kahlot, direttore dell’ospedale indonesiano ha affermato il 31 ottobre: “Gli equipaggi della protezione civile stanno ancora recuperando i martiri e i feriti sul luogo del massacro di Jabalya. (…) Chiediamo l’apertura immediata del valico di Rafah affinché i feriti possano ricevere cure all’estero. (…) L’occupazione utilizza nuove armi che provocano l’80% di ustioni sui corpi dei martiri e dei feriti“.

Il portavoce dell’UNICEF in Palestina, Jonathan Crickx, ha dichiarato in un’intervista a Il manifesto ancora qualche settimana fa: «Mai un numero così alto di bambini uccisi in una settimana, fermatevi». Chiaramente, la violenza israeliana perpetrata contro i bambini si estende oltre la Striscia di Gaza, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est dove, secondo le notizie, sarebbero stati uccisi almeno 37 bambini palestinesi. E’ stato lo stesso portavoce dell’Unione Europea ad affermare che “l’escalation del terrorismo dei coloni in Cisgiordania ha causato un gran numero di vittime civili”.

Queste stime, inoltre, sono approssimative, non conoscendo ancora il numero di bambini e di neonati morti ancora sepolti sotto le macerie dei quartieri di Gaza distrutti. Sempre secondo le stime dell’UNICEF, sarebbero 940 i bambini scomparsi a Gaza.

Il 66% delle vittime dell’Operazione Spade di ferro sono bambini e donne: ciò che sta perpetrando Israele sono infanticidi di chiaro stampo politico. Una sorta di pulizia etnica anagrafica.

Da sempre Israele, come strategia di guerra e terrore, colpisce i minori palestinesi con arresti arbitrari, imprigionamenti e omicidi con il fine di porre fine all’esistenza dei palestinesi stessi in Palestina. Colpire le giovani generazioni palestinesi, per Israele, significa fare un passo avanti per la de-arabizzazione della Palestina, progetto alla base della Nakba del 1948 e delle colonizzazioni avvenute precedentemente.

Gli infanticidi politici di questi giorni hanno esattamente lo stesso significato profondamente razzista e suprematista: distruggere la discendenza palestinese fin dalle origini, in modo tale che in futuro possa più facilmente colonizzare le loro terre.

Questi crimini sono stati perpetrati nel 2008 con l’Operazione Piombo Fuso, nel 2014 con l’Operazione Margine protettivo e nel 2021 con l’Operazione Guardiani della Mura, causando moltissime perdite tra i bambini.

Gli infanticidi politici sono proprio l’apice etimologico del “genocidio” che Israele sta perpetrando: porre fine alle gens, ovvero alle stirpi palestinesi.

(Foto: Quds News network).