Mohammad Hannoun, API: Netanyahu aveva in progetto di attaccare e fare piazza pulita di Gaza. La Resistenza ha risposto

Mohammad Hannoun, API: Netanyahu aveva in progetto di attaccare e fare piazza pulita di Gaza. La Resistenza ha risposto

InfoPal. Di Angela Lano. Dal 7 ottobre scorso, la Striscia di Gaza è sotto i bombardamenti indiscriminati israeliani, che rappresentano, per i media mainstream internazionali, una giusta “risposta” all’Operazione Ciclone Al-Aqsa, o come viene chiamata in inglese, Al-Aqsa Flood, che ha assestato un colpo a sorpresa a Israele. Mentre i media corporativi dell’Elite occidentale egemonica manipolano l’informazione e diffondono fake a ritmo incessante, nella strenua quando disperata difesa dell’indifendibile stato coloniale e di apartheid israeliano, ciò che emerge è un’altra verità: Netanyahu aveva in progetto di attaccare e fare piazza pulita di Gaza, dopo le festività ebraiche. Ed insieme a Gaza, forse anche del resto della Palestina storica. All’ONU aveva, infatti, mostrato una mappa senza i Territori palestinesi. Palestina e palestinesi, semplicemente, non esistevano più, dunque, stava dicendo al mondo, e dentro un’istituzione internazionale come le Nazioni Unite, che il suo piano è la Soluzione finale della Questione palestinese: i palestinesi gazawi trasferiti nel Sinai, quelli della Cisgiordania in Giordania – e le pressioni attuali israelo-occidentali su Egitto e Giordania lo dimostrano. La Resistenza palestinese ha, dunque, anticipato lo scenario di crisi per prevenire la pulizia etnica, e ha attaccato, prendendo di sorpresa il millantato esercito tra i più forti del mondo.

Per discutere l’attuale situazione e le possibili prospettive, abbiamo intervistato Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione dei Palestinesi in Italia – API.

I media e i politici italiani, e occidentali in generale, stanno dando la colpa a Hamas e all’Operazione Ciclone Al-Aqsa per i massacri israeliani a Gaza: non si era mai visto un fronte così compatto.

Mohammad Hannoun. I media e i politici italiani e dell’Occidente hanno assunto in maniera chiara e netta una posizione, uno schieramento pro-stato criminale di apartheid israeliano: la propaganda è fortissima e rappresenta una vera e propria guerra mediatica alla corretta informazione. Politici, media e cittadini comuni mancano di conoscenze storiche: da 75 anni gli occupanti israeliani praticano pulizia etnica e apartheid nei confronti della popolazione autoctona palestinese, per creare questa falsa realtà chiamata Israele sul sangue e sulla sofferenza del popolo palestinese. I media dovrebbero assumere le loro responsabilità morali ed etiche e raccontare la verità, perché un giornalista ha l’unico e sacrosanto compito di raccontare come stanno le cose, non fare disinformazione. La stessa cosa vale per i nostri politici italiani. Tuttavia, vorrei ringraziare i pochi onesti politici e giornalisti italiani che si sono schierati a favore dei diritti umani e hanno scelto di restare umani, come diceva Vittorio Arrigoni, pagando un prezzo altissimo, come alcuni deputati che hanno partecipato alle varie missioni umanitarie e che hanno fatto delle dichiarazioni a favore degli oppressi e ora sono etichettati come amici di Hamas.

Israele colpisce i civili, i bambini, gli ospedali. Fa strage di innocenti, ma l’opinione pubblica continua a sostenere Israele incondizionatamente. Sembra un circolo vizioso da cui non si riesce a uscire. Come lo spiega?

M.H. Media e politici italiani guardano con occhi ciechi, privi di coscienza, ciò che sta praticando Israele verso la popolazione palestinese da oltre 75 anni: è ancora in atto un genocidio contro tutti gli aspetti della vita del popolo palestinese.

Israele colpisce i civili: è un dato di fatto dimostrato dai tantissimi video e foto che girano nei social, da X a Telegram, dalle testimonianze dirette, dai rapporti di Amnesty International, di Francesca Albanese, dell’ONU che hanno documentato dettagliatamente che Israele, nelle guerre in corso contro i palestinesi, ha come obiettivi preferiti i bambini palestinesi, le donne, gli anziani, le strutture come ospedali, media, scuole, luoghi di culto, ecc. E’ un dato di fatto che Israele colpisce innocenti, sgancia bombe contro le case dove sono radunate intere famiglie, di notte, senza preavviso. I missili vengono lanciati sulle abitazioni, sui grattacieli, su palazzi dei media, uccidendo chiunque vi si trovi all’interno. Ciò che sta succedendo è questo, ma secondo i nostri giornalisti e politici è l’esercito più democratico ed etico del mondo e il nemico sono i palestinesi e Hamas. Non si era mai visto un fronte tanto compatto come in queste settimane nel sostenere le azioni genocide di una potenza contro cittadini inermi. Si vede che l’Occidente tutto, e i suoi rappresentanti e servitori, si sente minacciato dal rafforzamento dei BRICS, dal mondo multipolare che è ormai in formazione, e percepisce che è alla fine dei suoi giorni, a livello geopolitico, economico e culturale, e quindi mette in campo tutte le sue armi. Israele è, per l’Occidente, l’emblema della sua potenza coloniale, ma una potenza in rapido declino, dunque si compatta e attacca i palestinesi, in quanto simbolico e mondiale esempio di resistenza contro l’imperialismo e il colonialismo. Ecco perché ci perseguitano politicamente e mediaticamente: ricordiamo loro che sono dei colonizzatori, dei suprematisti, dei razzisti e che nel mondo multipolare non ci sarà posto per loro.

Vede un cambiamento di qualche tipo nelle posizioni dei cittadini italiani?

M.H. Sì, c’è un cambiamento. La presenza dei giovani italiani alle manifestazioni, i loro post sui social fanno comprendere che c’è un risveglio collettivo sul ruolo vergognoso dei mass-media. Si accorgono che vengono usati doppi standard, due pesi-due misure come quando parlano dell’Ucraina che ha diritto ad essere sostenuta, armata e finanziata in quanto “paese oppresso”, chiamando “eroi” i combattenti ucraini, e invasori, oppressori, i russi, mentre per la Palestina gli occupati sono definiti terroristi e gli occupanti eroi.

Tutto il mondo ci sta diffamando, mentre il colonizzatore viene chiamato vittima e la sua aggressione, legittima difesa. Hanno addirittura stanziato fondi da mandare a Israele e questo fa capire che è una loro creatura.

Dovunque si parla di diritti dei popoli, ma per i Palestinesi non esistono. Il doppio standard è chiaro, vergognoso. Noi ci atteniamo al concetto di Resistenza prevista dalla legalità internazionale. L’Italia resistette e lottò contro il nazifascismo per arrivare alla democrazia. Anche noi abbiamo imparato dalla resistenza italiana ed europea, con tutti i tipi di lotta, per non cedere i propri diritti. Sosteniamo il diritto alla legittima resistenza del popolo palestinese.

Secondo lei, l’Operazione Ciclone Al-Aqsa era in preparazione da tempo? 

M.H. Sicuramente questa operazione non è nata dal nulla. In Palestina ci sono due fronti di intelligence: quello israeliano e quello palestinese. Quello palestinese ha accumulato una lunga esperienza, ha uomini infiltrati dentro il fronte israeliano, che è fragile, debole, corrotto e corrompibile, venduti al miglior offerente, perché per loro il dio denaro è tutto. Quindi credo che la resistenza palestinese ha avuto degli infiltrati dentro l’intelligence israeliana, che ha fornito informazioni certe che Israele, dopo le festività ebraiche dello Yom Kippur, avrebbero preparato una nuova offensiva contro la Striscia di Gaza, dunque la resistenza gazawi ha anticipato la mossa israeliana colpendo per primo.

In tanti si chiedono come sia possibile che il quarto esercito più potente e una delle intelligence più sofisticate del mondo abbiano fallito in modo così grossolano nel prevedere l’Operazione Ciclone al-Aqsa. Cosa ne pensa?

M.H. Israele ha creato, negli anni, un’immagine di sé falsa, come la seconda potenza mondiale, l’unica democrazia in Medio Oriente, lo stato più tecnologico, più civile, ecc. Queste falsità sono servite in due sensi: 1) ingigantire l’immagine, falsa, che Israele è una superpotenza, mentre gli Arabi, anche tutti uniti, non la potranno mai vincere, quindi “statele alla larga, state calmi, non pensate di reagire perché tanto non ce la farete ad affrontarla”; 2) in Occidente, dai politici ai giornalisti, si pensa che sia meglio servire Israele che sostenere i Paesi arabi, perché Israele è potente, è il futuro, invece gli Arabi sono dei falliti, anche se hanno il petrolio; inoltre, credono che se stanno a fianco di Israele sono rispettati, se stanno con gli Arabi sono perseguitati, non fanno carriera e così via.

Ecco che il Ciclone di Al-Aqsa ha infranto questa falsa immagine, dimostrando al mondo intero che Israele non è così, non è una superpotenza, ma ha ceduto in poche ore di fronte a pochi combattenti della Resistenza palestinese: abbiamo visto tutti le immagini e i video dei soldati israeliani scappare, lasciandosi dietro tutto – caserme, postazioni, insediamenti coloniali. Allora, viene da chiedersi, se siete così forti, perché siete scappati? Questa immagine di forza, di invincibilità è stata dunque distrutta per sempre, e incoraggia i palestinesi, il mondo arabo, i governanti arabi e tutti coloro che credono nei diritti del popolo palestinese a non spaventarsi dalle minacce di questi criminali.

Quali sono, secondo lei, i possibili scenari prossimi e futuri?

M.H. A mio avviso sono due: 1) Israele compie massacri contro la popolazione gazawi, perché è tranquillo che nessuno lo ferma, e può continuare a sterminare intere famiglie, bambini, donne, anziani, medici, paramedici, insegnanti…Tutto questo perché i suoi referenti, chiamati “giornalisti” occidentali, e anche arabi, coprono questi massacri raccontando menzogne, come il caso dei bambini decapitati, un vergognoso fake. Dietro a questa criminale forma di informazione c’è l’intelligence israeliana, che vuole paragonare la resistenza palestinese, le brigate Qassam, all’ISIS, che ha decapitato le teste di cittadini occidentali e soprattutto arabi musulmani (infatti è una loro creatura). E’ Israele che decapita bambini e adulti durante i feroci bombardamenti contro palazzi e aree abitate da civili, scuole, ospedali, luoghi di culto. Vanno avanti nel loro piano di sterminio della popolazione gazawi. Questi orrori passano nel silenzio mediatico mainstream internazionale, anzi, politici e giornalisti applaudono, dicendo: “E’ legittima difesa di Israele”, “massacrateli, finiteli tutti quei terroristi di Hamas” e delle altre brigate della resistenza palestinese. Tutti stanno applaudendo, accusando, attaccando la resistenza palestinese e non solo, anche coloro che difendono il popolo palestinese e i suoi diritti. Chiunque si dichiara a favore della fine dei massacri, di una soluzione giusta e pacifica viene schedato come antisemita. 2) Dopo che Israele, che si sente in pericolo e lo è davvero, ha compiuto il suo piano genocida, di distruzione dell’intera Striscia di Gaza, dopo aver tagliato i rifornimenti di elettricità, acqua e cibo, con l’obiettivo di costringerli ad arrendersi – i Palestinesi non lo faranno mai -, cerca di costringere la cosiddetta comunità internazionale e il mondo arabo a intervenire e mediare una tregua, così farà finta di accettarla.

Secondo lei, che prospettive ha il governo suprematista di Netanyahu di rimanere al potere? E il regime sionista stesso di continuare sulla scena mediorientale?

M.H. Netanyahu non è arrivato ieri e non sarà neanche l’ultimo. Israele si sposta sempre più verso la destra fascista e lui pure. Il regime sionista continuerà finché potrà il suo processo di ebraicizzazione, la confisca dei territori, i massacri e la pulizia etnica, il cambiamento dello status quo nella Moschea di al-Aqsa, cercando di trasformarla di fatto in una sinagoga, chiudendola ai musulmani…

Questa guerra sarà definitiva: o vinciamo noi palestinesi o vincono gli israeliani. La guerra fa parte del processo di liberazione della Palestina e c’è un prezzo altissimo da pagare, per cui chi piange per i coloni fa prima a ritirare i suoi cittadini che lasciarli lì a massacrare i nativi palestinesi. I coloni sono armati di tutto punto, sono dei militari, sono come i militari, dunque la Resistenza non può fare distinzione. Non è come a Gaza, dove Israele uccide davvero dei civili disarmati, senza difese. I coloni imbracciano la mitragliatrice per uccidere i palestinesi. Se rimangono nei Territori palestinesi, occupando la terra altrui, non possono poi lamentarsi di venire colpiti dai combattenti della Resistenza.

Quale ruolo possono avere le potenze internazionali dei BRICS, in specifico Russia, Cina e Brasile, nella risoluzione della questione israelo-palestinese?

M.H. Sicuramente hanno un ruolo molto importante per creare un equilibrio, rispetto allo sbilanciamento attuale tutto a favore degli israeliani. Contrastare la NATO è un dovere, quindi i BRICS, se schierati a favore dei popoli oppressi, possono cambiare molto la situazione internazionale. La voce di uno Stato vale tantissimo nello scenario mondiale. Alla fine la questione palestinese rimane al centro dell’attenzione. Politici e giornalisti hanno il dovere di schierarsi a favore dei diritti umani, di raccontare come stanno le cose, non di essere a servizio del padrone imperialista e sionista.

Un’ultima domanda: come aiuterete la popolazione palestinese della Striscia di Gaza?

M.H. Come sempre abbiamo fatto finora, noi dell’associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese –Abspp odv, ci impegniamo ad aiutarli con coperte, cibo, latte per neonati e tutto ciò che può essere utile per alleviare la loro sofferenza.